Il Piemonte è testimone di una significativa trasformazione demografica, caratterizzata da un invecchiamento della popolazione che si fa sempre più marcato. Secondo l’ultimo rapporto annuale di Ires Piemonte, nel 2023, le persone di 65 anni o più hanno raggiunto quota 1.131mila, rappresentando il 26,6% dell’intera popolazione regionale. Questa percentuale mostra una netta evoluzione rispetto al 1951, quando solo il 10% dei piemontesi rientrava in questa fascia d’età. Anche gli individui di età superiore agli 80 anni sono in aumento, costituendo ora l’8,9% della popolazione, rispetto al 5% di vent’anni fa.
Questo aumento degli anziani pone interrogativi critici riguardo alla sostenibilità socioeconomica per le generazioni più giovani e attive. Il cosiddetto indice di dipendenza, che misura il rapporto percentuale tra la popolazione ultrassessantacinquenne e quella tra i 15 e i 64 anni, è salito a 43 anziani per ogni 100 persone attive nel 2023, evidenziando un incremento rispetto ai 32 di vent’anni fa. La dinamica è aggravata dalla riduzione della forza lavoro, che ha visto una diminuzione di 177mila individui in due decenni, intensificando il carico previdenziale e assistenziale sulle spalle delle generazioni più giovani.
Le prospettive future accentuano ulteriormente la problematica, con proiezioni che indicano un’escalation dell’invecchiamento. Le province di Biella e Alessandria si prevede saranno le più colpite, con una percentuale di anziani che potrebbe toccare rispettivamente il 49,7% e il 46,6%. Meno critiche, ma comunque sfidanti, appaiono le situazioni di Cuneo e Novara, con un rapporto previsto del 39% e 39,8%. Si stima che entro il 2044, gli ultrassessantacinquenni rappresenteranno il 34,7% della popolazione piemontese, mentre il numero degli economicamente attivi diminuirà di quasi mezzo milione. Questo porterà il rapporto tra anziani e attivi a 64 su 100, delineando una sfida imminente per il mantenimento della stabilità socio-economica della regione.