La crescita economica della Cina sembra rallentare. Secondo i dati, nel secondo trimestre il Pil è salito del 4,7% a fronte del 5,3% del primo trimestre. La crescita prevista per quest’anno è un +5%, ma i dati destano qualche preoccupazione, tanto che anche l’Ufficio statistico nazionale ammette “le basi per una sana ripresa economica e una crescita devono essere consolidate”.
I cittadini cinesi spendono poco, i consumi a giugno sono saliti solo del 2% mentre i prezzi delle case diminuiscono (-4,5%), nei primi sei mesi i cantieri sono diminuiti del 23% e gli investimenti nel settore immobiliare del 10%.
Questi dati sono ora sul tavolo del Terzo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista dove saranno riuniti fino al 18 luglio i 376 membri del Comitato centrale. Previsto ogni 5 anni, il focus è sulle grandi scelte economiche. Infatti, fu proprio durante il Terzo Plenum del 1978 si optò per l’apertura al mercato al fine di portare la Cina fuori dall’isolamento e dal pauperismo; nel 1993 venne lanciata “l’economia socialista di mercato” mentre nel 2013 si decise di applicare le regole del libero mercato alla gestione dell’industria e dei commerci.
Gli analisti internazionali, riporta il Corriere della Sera, sperano che Xi Jinping intraprenda delle scelte in grado di dare una scossa alla crescita, in quanto l’economia della Cina è fondamentale per la crescita economica mondiale.
Se prima, prosegue il Corriere della Sera, l’obiettivo cinese era quello di espandere la quota cinese sul mercato globale utilizzando l’export, ora il governo chiede alle imprese di diventare leader in settori innovativi, come quello dell’intelligenza artificiale.
Ora però l’obiettivo a breve termine deve essere quello di dare una scossa al settore immobiliare, gestire i debiti accumulati dalle amministrazioni provinciali, gestire la disoccupazione giovanile e rilanciare i consumi.
Emma Delfrate