Dopo oltre sette mesi dal massacro di Hamas, Human Rights Watch è arrivata alla conclusione che il 7 ottobre 2023 i gruppi armati palestinesi hanno commesso “centinaia” di crimini di guerra. Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani si concentra sulle violazioni del diritto internazionale umanitario ma ha accertato che sono stati perpetrati anche “crimini contro l’umanità” come “l’uccisione pianificata di civili e la presa di ostaggi”. Nella conferenza stampa di presentazione del rapporto, il direttore associato di Human Rights Watch, Belkis Wille, ha sottolineato che è “impossibile per noi quantificare i casi con precisione”, ma ha detto chiaramente che “ovviamente quel giorno se ne sono verificati centinaia”.
Se da una parte sono bastati pochi giorni perché in diverse parti del mondo si ricorresse con facilità al termine genocidio per qualificare la risposta israeliana agli attacchi terroristici, dall’altra parte ora c’è una lista chiara dei crimini commessi dai gruppi armati palestinesi quel fatidico 7 ottobre. Tra i crimini certificati dal rapporto di Human Rights Watch ci sono “attacchi deliberati e indiscriminati contro civili e beni civili, omicidi intenzionali di detenuti, trattamenti crudeli e inumani, violenza sessuale e di genere, mutilazione e furto di resti umani, utilizzo di scudi umani nonché atti di saccheggio”.
Secondo HRW, il 7 ottobre sono stati uccisi oltre 815 civili israeliani, mentre Tel Aviv ritiene la cifra corretta sia 1.195 persone. Delle 251 persone rapite, ben 116 risulterebbero ancora detenute nella Striscia di Gaza. Secondo Wille, Hamas è l’organizzatore principale del massacro al quale tuttavia hanno partecipati altri gruppi armati, come quello della Jihad Islamica: “La realtà è che le violenze peggiori chiaramente non sono state commesse da civili di Gaza: si tratta di un’ipotesi avanzata da Hamas per prendere le distanze dagli eventi, e da Israele per giustificare le sue operazioni di ritorsione”, ha dichiarato il direttore dell’associazione.