La Russia sta accusando il colpo della guerra di droni lanciata da Kiev, soprattutto grazie al successo dei droni marini. Mosca non ha ancora trovato il modo per contrastare efficacemente questo nuovo livello di warfare in cui gli ucraini si sono specializzati (per necessità) negli ultimi due anni e mezzo. Un punto particolarmente dolente per i russi, è la Crimea: lo ha documentato nel dettaglio Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera.
Secondo il portavoce della marina militare, Dmytro Pletchenchuk, un terzo delle unità marittime russe impegnate nel controllo del Mar Nero è fuori uso e molte di queste sono state affondate proprio dai droni marini ucraini che in questi mesi non hanno mai smesso di seminare scompiglio sulle coste della Crimea occupata. Il risultato? I moli di Sebastopoli, grande quartier generale della flotta russa del Mar nero, sono deserti, ha spiegato Pletchenchuk all’inviato del quotidiano di via Solferino. Le navi russe, di conseguenza. hanno deciso di rifugiarsi sulla costa orientale della Crimea.
Il raggio d’azione degli ucraini, tuttavia, non si limita alla penisola occupata da Mosca nel 2014. Ieri alcuni droni di Kiev hanno attaccato una nave traghetto nel porto di Kavkaz, che fa parte del territorio russo di Krasnodar. Lo ha riportato il governatore locale, aggiungendo che l’attacco ha provocato “feriti e morti tra i membri dell’equipaggio e gli impiegati portuali”. Due notti fa, i russi hanno intercettato in cielo venticinque droni d’attacco che hanno sorvolato la Crimea, il Mar Nero, ma anche le province di Bryansk e Belgorod, come ha spiegato il ministero della Difesa russo. Nel frattempo, la Lettonia ha annunciato l’invio del primo lotto di veicoli aerei senza pilota in Ucraina. Si tratta di più di 500 droni.