È passato più di un mese dall’inizio dell’estate ma la tanto attesa offensiva russa su larga scala non si è vista. Secondo il generale ucraino Oleksander Syrsky, i russi mantengono una superiorità numerica in tutti i settori (artiglieria, uomini, attrezzatura, carri armati) ma finora Mosca non ha fatto progressi rilevanti. Intervistato dal Guardian, l’alto ufficiale di Kiev ha sottolineato che i soldati russi in Ucraina sono passati da 100.000 a 520.000, ma il Cremlino punta a a raggiungere le 690.000 unità entro fine anno. Ciononostante, l’avanzata su Kharkiv è stata bloccata e da gennaio l’unica conquista di un certo rilievo è stata la presa di Adviivka.
Non bisogna illudersi: la sproporzione di forze rende la situazione “molto difficile”, ha spiegato Syrsky. Secondo l’Insitute for the Study of War, i russi portano avanti operazioni offensive a nord di Kharkiv e avanzano in diverse direzioni del Donetsk, anche se per il momento non sembrano registrarsi grandi cambiamenti sulla linea del fronte. Nel frattempo, Syrsky ha svelato al Guardian che che Kiev ha un piano “realistico” per riconquistare la Crimea; un progetto che “ovviamente, è un grande segreto militare. Faremo tutto il possibile per raggiungere i confini riconosciuti a livello internazionale del 1991”, ha chiosato il generale.
Mentre continuano i combattimenti, Kiev lavora sui negoziati. Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha incontrato il collega cinese Wang Yi e ha dichiarato che Kiev “è disposta e pronta a condurre il dialogo e i negoziati con la parte russa”, aggiungendo che “naturalmente, i negoziati devono essere razionali e pratici, volti a raggiungere una pace giusta e duratura”, secondo quanto riportato da Rai News. Wan Yi ha ribadito che Pechino sostiene “tutti gli sforzi che favoriscono la pace”, sottolineando tuttavia che per ora “le condizioni e i tempi” per un cessate il fuoco e per un accordo di pace non sono “ancora maturi”.