La Russia avanza in Donbass ma non è ancora riuscita a ridimensionare l’occupazione ucraina del territorio di Kursk, un fatto che non va giù al vertice più alto della Federazione. Vladimir Putin, infatti, ha dichiarato che Mosca “si occuperà dei banditi ucraini nella regione di Kursk che cercano di destabilizzare la situazione nella zona di confine”. L’autocrate russo è intervenuto sull’argomento durante una visita a una scuola a Kyzyl, nella Siberia Meridionale, e le sue parole tradiscono una certa impazienza per quella che è considerata la vera mossa a sorpresa di Kiev di questa estate. “Le provocazioni nella regione di Kursk non sono riuscite a fermare la nostra offensiva nel Donbass”, ha precisato Putin, cercando di dare un quadro positivo della situazione complessiva, aggiungendo che “le forze armate russe ora controllano i territori non in metri, ma in chilometri quadrati”.
La situazione nel Donetsk è parecchio complicata per le forze ucraine, con il nemico che avanza verso Pokrovsk, importante centro logistico da cui passano anche linee ferroviarie cruciali per lo spostamento delle truppe di Kiev verso il fronte. Lo stesso Zelensky a fine agosto ha ammesso che la situazione è difficile ma che i soldati ucraini stanno opponendo una strenua resistenza. Nel frattempo, l’Occidente deve fare i conti con la volontà del Cremlino di continuare a determinare il futuro di sicurezza (o insicurezza) dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha affermato che “i promotori dell’adesione alla Nato per i territori dell’Ucraina attualmente controllati da Kiev sono sognatori e provocatori”. Una dichiarazione rilasciata in occasione di un docufilm del canale televisivo Russia Today e ripresa dalle agenzie di stampa, in cui Lavrov ha definito “impossibile” parlare dell’adesione dell’Ucraina alla Nato.