Dal report annuale sullo stato dell’Unione dell’energia presentata dalla Commissione Ue emerge la necessità per l’Italia di accelerare il passo con le ristrutturazioni degli edifici.
L’impatto sociale ed economico della scarsa efficienza energetica dei nostri immobili desta preoccupazioni.
Infatti, il 9,5% degli italiani non può riscaldare in modo adeguato la casa di inverno e il 4,1% ha incontrato difficoltà nel pagamento delle bollette. Secondo l’Unione Europa è necessario aumentare «il tasso e l’intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli con le prestazioni peggiori». Il raffreddamento e il riscaldamento costituiscono l’80% del consumo residenziale, dove le rinnovabili si fermano al 21%. Inoltre, probabilmente a causa della frenata alle ristrutturazioni stimolate dal Superbonus, nel 2023 la vendita di pompe di calore, fondamentali per l’efficienza energica, è calata del 26% rispetto al 2022 (4,1 milioni installate).
Nel nostro paese dominano ancora i combustibili fossili. Secondo il report, i combustibili fossili rappresentano l’80% del mix energetico, mentre le rinnovabili coprirebbero solamente il 20%. Percentuali ben al di sotto della media Ue dove i combustibili fossi coprono il 69% dei combustibili fossili e le rinnovabili il 30%.
La mancata efficienza energetica ha un impatto diretto sulla vita dei cittadini. Ricordiamo che tra i tredici indicatori di grave deprivazione materiale e sociale è presente anche l’impossibilità di riscaldare l’abitazione in modo adeguato. Questo può avere delle conseguenze sulla salute delle persone, soprattutto nelle aree più povere, causando problemi respiratori e altre patologie legate all’inquinamento indoor.
A questo si aggiunge il fatto che l’Italia ha una forte dipendenza energetica dall’estero, che potrebbe essere attenuata se l’efficienza energetica venisse ampliata.
Tuttavia, ristrutturare il patrimonio edilizio in Italia è complesso: dalla burocrazia e le lunghe attese prima di ottenere i permessi necessari, ai costi di ristrutturazione ingenti che ne rendono l’accesso difficoltoso per le famiglie più povere e la carenza di professionisti specializzati nel settore della ristrutturazione energica. Tutte questioni su cui l’Italia dovrebbe agire, adottando una serie di misure in grado di porvi gradualmente rimedio.
Nel frattempo, però, l’Unione Europea ha messo a disposizione delle risorse finanziare per accompagnare gli Stati membri nella transizione energetica e l’Italia potrebbe arrivare ad usufruire di oltre 7 miliardi di euro dal Fondo sociale per il clima per la ristrutturazione degli alloggi sociali e il sostegno al reddito delle famiglie più vulnerabili.
La ristrutturazione degli edifici è dunque una sfida cruciale per l’Italia, necessaria non solo per la tutela dell’ambiente ma anche e soprattutto per la crescita economica e sociale e per incrementare la qualità della vita dei cittadini.