La crisi investe tutti i settori, ma ad essere più colpito è l’andamento dei beni al consumo che a luglio sono crollati del 5,2% su base annua e del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023 (gennaio – luglio).
A luglio si è verificato il diciottesimo calo consecutivo su base tendenziale della produzione industriale del -3,3% sull’anno.
Infatti, come riporta la nota Istat pubblicata il 10 settembre, dopo una ripresa nei mesi di maggio e giugno, con un +0,5% su base congiunturale in entrambi i mesi, la produzione industriale ha subito un’ulteriore contrazione, andando di fatto a confermare un trend in atto dalla metà del 2022.
Tutte le categorie principali di beni hanno registrato un calo, ad eccezione dell’energia (+2,3%): intermedi (-0,7%), i beni strumentali (-1,2%) e i beni di consumo durevole (-1,3%).
A questi si associa anche una riduzione della fiducia del settore manifatturiero ad agosto dovuta ai giudizi sugli ordini e alle attese di produzione, riporta sempre Istat.
Inoltre, l’inflazione al consumo ha subito un aumento nei mesi estivi, complice un aumento dell’inflazione nel settore dei servizi evidenziando un +3,0% a luglio e un +3,2% ad agosto che non è stato compensato dalla diminuzione parziale dei beni e che ha registrato un -0,1% a luglio e un -0,5% ad agosto. I beni alimentari non lavorati hanno subito un calo a luglio e agosto in termini tendenziali pari rispettivamente a -0,4% e -0,5%, mentre i prezzi degli alimentari lavorati hanno continuato a crescere registrando un +1,6% in luglio e +1,8% in agosto. Bene invece la dinamica tendenziale dei prezzi energetici ha segnano una diminuzione pari a -4,0% in luglio e a -6,1% in agosto.
Questo andamento tuttavia incide anche sulla produzione industriale. Secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi, «il vero problema è che i prezzi al dettaglio non hanno invertito la rotta e non sono diminuiti, dopo due anni di inflazione alle stelle e nonostante ci siano allo stato attuale ampi margini per far scendere i listini».
Sembra difficile, fa notare l’Istituto di statistica, che ci possa essere nel breve periodo un’inversione di rotta per il comparto industriale manifatturiero.
Questo trend negativo generalizzato «incide sulla spesa, sui consumi, e sull’industria, e per questo ribadiamo la necessità di intervenire in maniera più efficace sui prezzi, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia», continua Rienzi.