L’inverno si avvicina, Mosca continua a bombardare le città ucraine, la situazione sul fronte del Donbass rimane precaria per le truppe di Kiev, ma Volodymyr Zelenksy intravede una potenziale luce in fondo al tunnel. “Penso che siamo più vicini alla pace di quanto pensiamo… Siamo più vicini alla fine della guerra” ha dichiarato il presidente ucraino ad ABC News. L’incursione nella regione russa di Kursk ha alzato il morale dell’esercito ucraino, ma le dichiarazioni di Zelensky hanno uno scopo preciso. Il primo cittadino dell’Ucraina, infatti, ha sottolineato che, proprio perché la fine della guerra non è così lontana come si potrebbe pensare, è il momento di non cedere sul fronte del supporto esterno. “Per questo chiediamo ai nostri amici, ai nostri alleati, di rafforzarci. È molto importante”, ha spiegato Zelensky sempre ad ABC, aggiungendo che Vladimir Putin “ha paura” di ciò che sono riuscite a fare le forze armate ucraine a Kursk, dove ormai controllano oltre 1.000 chilometri quadrati di territorio.
Le richieste di aiuto da parte di Zelensky sono continuo oggetto di scherno da parte di Donald Trump che, recentemente, durante un comizio elettorale, ha bollato il presidente ucraino come “il più grande venditore della storia”, che ogni volta che va negli Usa “se ne va via con 60 miliardi di dollari”. Di tutt’altro tenore il discorso di Giorgia Meloni durante la cerimonia dell’Atlantic Council in cui ha ricevuto il Global Citizen Award: “È nell’interesse dell’Italia e dell’Occidente scongiurare un futuro nel quale prevalga la legge del più forte”, ha dichiarato la premier, ribadendo che “l’Italia sta fermamente a fianco di coloro che difendono la loro libertà e sovranità, non solo perché è giusto fare così: difendiamo l’Ucraina perché abbiamo conosciuto il caos di un mondo dove la legge del più forte prevale”.
Sul fronte orientale, Zelensky cerca di tenere i rapporti con i due colossi asiatici, Cina e India, ma non è semplice. Pechino, infatti, ha continuato a supportare lo sforzo bellico russo mascherando consegne di tecnologie necessarie alla strumentazione bellica. Nuova Delhi, invece, compra grandi quantità di petrolio russo e il primo viceministro degli Esteri del governo di Narendra Modi, Vikram Misri, ha affermato da New York che “non siamo in una fase in cui il secondo vertice [per la pace] possa essere affrontato nel dettaglio”, sottolineando che c’è ancora molto lavoro da fare su questo fronte.