Tra Hezbollah e Israele è guerra aperta. Per tre giorni consecutivi le forze aeree di Tel Aviv hanno attaccato diverse aree del Libano meridionale: l’IDF ha dichiarato che gli obiettivi presi di mira comprendevano decine di depositi di armi pieni di missili e membri della milizia filo-iraniana. L’enorme quantità di raid aerei (addirittura 1.600 in sole 24 ore) lascia presupporre che Israele abbia definitivamente spostato l’attenzione da Gaza al Libano, attuando una feroce escalation con lo scopo di lasciare Hezbollah incapace di reagire in forze. Tuttavia, la risposta c’è stata. Hezbollah ha dichiarato di aver sparato un missile terra-terra contro il quartier generale del Mossad vicino alla capitale: è la prima volta che i miliziani prendono di mira il centro di Israele. Il missile sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea, secondo quanto riferito da un portavoce militare israeliano, mentre le sirene sono tornate a suonare a Tel Aviv e in altre zone. Una quindicina di compagnie aeree hanno fermato i voli verso la capitale israeliana.
Nel frattempo, è un fuggi-fuggi in Libano, dove si contano centinaia di morti dopo gli attacchi aerei, tra cui anche bambini. Il ministro degli esteri libanese, Fuad Hussein, ha dichiarato all’Assemblea generale dell’Onu che gli sfollati interni “sono vicini al mezzo milione”. Chi può cerca rifugio a nord, verso le montagne. Circa cinquecento persone sono scappate in Siria, secondo quanto riportano alcune agenzie di stampa. Le istituzioni libanesi hanno allestito rifugi per oltre 25mila persone, ma sono state travolte dalla velocità e dall’intensità dei raid israeliani.
Come prevedibile, sono piovute critiche contro Israele all’Onu, ma Giorgia Meloni ha mostrato una posizione più equilibrata. La premier italiana ha dichiarato che Tel Aviv ha il diritto “di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive”. Meloni ha affermato che “oggi l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani”, aggiungendo che “non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini”.
