Tra gli elementi emersi nel Rapporto annuale Inps, presentato il 24 settembre, viene evidenzia la differenza che sussiste tra uomini e donne in termini di opportunità di carriera, salario e pensione.
In generale il rapporto ha analizzato l’impatto della contribuzione, il cui importo medio è stato di 100 euro. Soggetti quali donne e giovani però percepiscono un importo minore della contribuzione, dove l’importo è inferiore a 100 euro e diminuisce all’aumentare dell’agevolazione contributiva poiché, in questo caso, la retribuzione imponibile risulta inferiore.
In termini salariali, per le donne che lavorano senza interruzioni tutto l’anno, la retribuzione è inferiore del 18% rispetto a quella degli uomini; mentre, nel caso in cui si abbia lavorato solo per una porzione di anno, la retribuzione scende a 26% rispetto a quella degli uomini. Questo divario retributivo si verifica anche nei giovani, dove la retribuzione media giornaliera degli under 30 è inferiore al 30% rispetto a quella delle fasce di età comprese tra i 30 e i 54 anni (72 euro contro 103). Anche il Paese di origine influenza la disparità retributiva, dove la distanza tra la retribuzione media dei non comunitari e quella degli italiani e dei nati nei Paesi dell’Europa a 15 o nei Paesi industrializzati è pari al 30% (74 euro contro 105).
Le donne risultano inoltre penalizzate alla nascita del primo figlio. Se prima della nascita, la probabilità per le donne di uscire dal mondo del lavoro era simile a quella degli uomini con l’8,5%-9% di probabilità per questi ultimi e 10,5%-11% per le donne; con il primo figlio questa percentuale sale toccando il 18% per le donne e si riduce invece per l’uomo, attestandosi a 8%.
Dopo sette anni dalla nascita la probabilità per l’uomo di lasciare il lavoro è 5%, mentre per la donna è pari al 10%. Questo ha delle conseguenze dirette sui redditi delle donne che subiscono una riduzione pari al 16% se possono usufruire del congedo di maternità, mentre per chi invece non può contare su questo ammortizzatore il reddito si riduce del 76%. Al contrario, per l’uomo la nascita di un figlio non influenza negativamente il reddito che invece subisce un incremento di circa il 50%.
Anche la pensione media degli uomini è superiore del 35% rispetto a quella delle donne. Su 16,2 milioni di pensioni erogate a dicembre 2023, di cui 7,8 milioni per gli uomini e 8,4 milioni di donne, le donne hanno percepito il 44% dei redditi pensionistici, contro il 52% degli uomini nonostante rappresentino la platea più alta. Si parla di 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi degli uomini.
L’importo mensile medio percepito dagli uomini è in media di 2.056,91 euro mentre per le donne è di 1.524,35 euro.