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    Israele-Libano, la proposta di tregua di 21 giorni e i timori di una guerra totale

    Si era capito fin da subito, da quel tragico 7 ottobre 2023 quando Hamas uccise 1.200 israeliani e ne rapì centinaia, che le cose in Medio Oriente non sarebbero più state le stesse. Per fare la guerra ad Hamas e recuperare gli ostaggi, le forze israeliane hanno bombardato e invaso la Striscia di Gaza. Ora, per eliminare la minaccia di Hezbollah, Tel Aviv si prepara a invadere il Libano con forze di terra.

    La comunità internazionale è preoccupata per quella che viene definita una “guerra totale”. Stati Uniti e Francia hanno proposto una tregua di 21 giorni tramite una dichiarazione congiunta sottoscritta anche da Australia, Canada, Unione europea, Germania, Italia, Giappone, Arabia saudita, Emirati arabi uniti, Regno unito e Qatar. L’obiettivo è evitare l’escalation, far lavorare la diplomazia mentre le armi tacciono con lo scopo ultimo di raggiungere un accordo che “consenta ai civili su entrambi i lati del confine di tornare nelle proprie case in sicurezza”. Il punto di riferimento è sempre la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu “e l’attuazione della della risoluzione 2735 riguardante un cessate il fuoco a Gaza”.

    Benjamin Netanyahu, nel frattempo, è negli Stati Uniti e domani dovrebbe tenere un discorso alle Nazioni Unite. Dopo il lancio di razzi dal Libano, il premier israeliano ha affermato che Tel Aviv “userà tutta la sua forza” contro Hezbollah. All’Onu, intanto, sono andate in scena accuse e controaccuse. Il primo ministro libanese ha detto al Consiglio di Sicurezza che Israele di fatto sta violando la sovranità del suo Paese, chiedendo un “immediato cessate il fuoco”. Dall’altra parte, il rappresentante israeliano ha sottolineato che gli israeliani non vogliono la guerra ma allo stesso tempo è impossibile raggiungere la pace in Medio Oriente finché l’Iran rimane una minaccia. Teheran è stata definita “il ragno al centro di una ragnatela di violenze”. Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha invocato un passo indietro: “Diciamo con una sola voce chiara: fermate le uccisioni e la distruzione. Abbassate la retorica e le minacce”, ha dichiarato Antonio Guterres, “fate un passo indietro dall’orlo del baratro. Una guerra totale deve essere evitata a tutti i costi”, ha aggiunto.

     

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