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    Stagnazione del PIL in Italia: Confcommercio avverte il governo sulle sfide e le opportunità per il 2024

    Secondo un recente rapporto di Confcommercio, l’economia italiana sta attraversando una fase di stagnazione, con il Prodotto Interno Lordo (PIL) che non mostra segni di crescita nel terzo trimestre del 2023. I mesi estivi, tradizionalmente associati a una ripresa dell’attività economica, hanno invece consolidato il clima di incertezza, influenzando negativamente non solo il settore industriale ma anche i servizi, da sempre un comparto più resiliente.

    I dati di Confcommercio evidenziano come l’economia italiana abbia subito una battuta d’arresto nei mesi estivi. Luglio ha visto un calo, ad agosto c’è stato un recupero parziale, ma settembre ha segnato una fase di stagnazione. La variabilità mensile delle performance economiche rende difficile individuare una tendenza chiara per l’andamento del PIL. Questo periodo di incertezza sembra aver influenzato anche settori che fino a poco tempo fa resistevano meglio alle difficoltà, come quello dei servizi, ora anch’esso in rallentamento.

    Le previsioni di crescita per il 2024 appaiono meno ottimistiche, con un aumento del PIL che potrebbe attestarsi attorno o appena sopra l’1%, salvo una possibile correzione al rialzo dovuta alle quattro giornate lavorative in più rispetto al 2023. Tuttavia, Confcommercio rimane cauta: anche se le giornate lavorative in più e una probabile revisione positiva dei conti da parte dell’Istat potrebbero migliorare le stime, la situazione generale dell’economia rimane incerta.

    Nonostante il quadro macroeconomico complesso, alcuni indicatori restano positivi. Il numero di occupati ha raggiunto un massimo storico a luglio, un segnale importante per il mercato del lavoro italiano. Inoltre, l’inflazione è rimasta contenuta, con una previsione di crescita su base annua dello 0,9% per settembre. Questa stabilità dei prezzi potrebbe tradursi in un miglioramento del reddito disponibile reale delle famiglie, come già avvenuto nel primo trimestre del 2023 grazie ai rinnovi contrattuali.

    In risposta a questa situazione, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta durante l’assemblea di Confindustria, affrontando i temi economici più urgenti per il Paese. Meloni ha riconosciuto che la crescita del PIL nel 2023 è stata inferiore alle attese, ma ha espresso fiducia nel fatto che si possa migliorare nel 2024. “Sono fiduciosa che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione”, ha dichiarato la premier, sottolineando come un incremento del +1% del PIL sia ancora a portata di mano. Tuttavia, ha avvertito che è necessario evitare ogni trionfalismo e mantenere un approccio realistico, dati gli anni difficili che l’Italia ha attraversato.

    La Presidente ha ribadito il ruolo chiave delle imprese e dei lavoratori nella creazione di ricchezza, sottolineando come lo Stato debba fare la sua parte nel creare un ambiente favorevole agli investimenti e alla crescita economica. “Abbiamo garantito stabilità, che in Italia è un’eccezione. Abbiamo disegnato una strategia per la nazione”, ha affermato Meloni, evidenziando l’impegno del governo nel supportare chi vuole investire e crescere, ma anche nel prendere decisioni difficili quando necessario, per proteggere le risorse pubbliche.

    L’economia italiana si trova a un bivio. Il terzo trimestre del 2023 ha confermato una fase di stallo, con il PIL fermo e settori chiave in rallentamento. Le prospettive per il 2024 restano incerte, ma non mancano alcuni segnali positivi, come il record di occupati e l’inflazione sotto controllo, che potrebbero favorire una ripresa nel breve termine. La sfida principale rimane il rilancio dei consumi, strettamente legato alla fiducia delle famiglie. Il governo Meloni, dal canto suo, è chiamato a sostenere la crescita economica attraverso politiche di stabilità e incentivazione, nella speranza che il quarto trimestre possa rappresentare una svolta decisiva per l’economia italiana.

    Gloria Giovanditti

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