Il settimo rapporto della Fondazione GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha evidenziato una situazione critica per la sanità pubblica in Italia. I dati mostrano una spesa sanitaria pubblica pro capite inferiore di 889 euro rispetto alla media dei Paesi OCSE dell’Unione Europea, per un totale di 52,4 miliardi di euro in meno. Circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a cure mediche, di cui 2,5 milioni per ragioni economiche. Disuguaglianze regionali e tempi di attesa nei pronto soccorso mettono in crisi i principi di universalità e equità del sistema sanitario.
Un altro aspetto cruciale evidenziato dal rapporto riguarda la carenza di personale medico e infermieristico. Tra il 2019 e il 2022, il SSN ha perso oltre 11.000 medici, con ulteriori 2.564 abbandoni nei primi sei mesi del 2023. Sebbene il numero di medici in Italia sia superiore alla media OCSE, alcune specialità mediche stanno diventando sempre meno attrattive. La situazione è ancora più grave per il personale infermieristico, con solo 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, ben al di sotto della media OCSE di 9,8, e un preoccupante calo delle iscrizioni al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche.
Per affrontare questa situazione, la Fondazione ha proposto un “Piano di Rilancio del SSN”, che punta a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e garantire il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana. Il piano prevede risorse adeguate e una riorganizzazione del sistema per preservare i valori di equità e universalità. Il rapporto ha sottolineato che il degrado del SSN non rappresenta solo una minaccia alla salute pubblica, ma anche una perdita di dignità e opportunità individuali per i cittadini.