Lo strumento introdotto da Regione Lombardia, che ha stanziato 25 milioni di euro, agevolerà le piccole e medie imprese del territorio lombardo favorendo l’accesso a capitali e risorse per alimentare la crescita e l’innovazione.
Quotarsi in Borsa? Per le piccole e medie imprese lombarde ora sarà più semplice grazie a “Quota Lombardia”, la misura varata dalla Regione che ha stanziato 25 milioni di euro nel triennio 2025-27 per sostenere le PMI che puntano a crescere attraverso l’ingresso in Piazza Affari. Lo strumento, unico in Italia e in Europa, agevolerà le aziende del territorio lombardo, favorendo l’accesso a capitali e risorse per alimentare la crescita e l’innovazione.
Accanto ai provvedimenti già messi in campo per favorire gli investimenti, le filiere, l’internazionalizzazione, la transizione ecologica e digitale, Regione Lombardia introduce una modalità innovativa a sostegno del “sistema lombardo” con l’obiettivo di fornire alle imprese un ulteriore canale per capitalizzarsi e acquisire maggior forza e solidità, anche rispetto alla difficoltà di accesso al credito che ancora incide sul tessuto economico e produttivo.
“È giusto che la Lombardia giochi la sua partita nel campo di competenza che è quello internazionale – ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, promotore dell’iniziativa presentata nei giorni scorsi a Palazzo Mezzanotte -: avere sul territorio aziende quotate ci consente di ribadire la solidità del nostro sistema produttivo ed economico”. Del resto, la Lombardia è la regione più rappresentata in Borsa con oltre 175 società lombarde quotate sui mercati per una capitalizzazione aggregata di oltre 260 miliardi di euro e grazie a questa misura la regione punta a consolidarsi come capitale finanziaria del Paese, proponendosi anche come modello di intervento per altre regioni o enti sovraregionali.
Nel dettaglio, ‘Quota Lombardia’ si compone di un contributo a fondo perduto nel limite di 600.000 euro per i costi relativi all’ingresso in Borsa, di cui massimo 300.000 euro per le spese legate all’ammissione alla quotazione e 300.000 euro per i costi dei servizi di consulenza correlati alla collocazione in Piazza Affari e sostenuti nei tre anni successivi all’Ipo (offerta pubblica iniziale). Sono ammissibili al contributo le spese di consulenza per adeguare il sistema di controllo di gestione, la redazione del piano industriale, lo svolgimento della ‘due diligence’ finanziaria, la redazione del documento di ammissione, la produzione di ricerche da parte degli analisti, le attività legali e fiscali legate alla quotazione, le attività di comunicazione e di revisione del bilancio, le attività degli intermediari che supportano la società nell’ammissione alle negoziazioni o nelle proposte di acquisto e vendita. L’agevolazione consente di accedere anche a fondi per la ricerca di analisti, figure essenziali soprattutto per le società piccole, anche in relazione alla capacità di valutare adeguatamente i titoli. ‘Quota Lombardia’ inoltre può essere sommata al bonus Ipo nazionale, un aiuto messo a disposizione dal Governo sotto forma di credito di imposta.