Negli ultimi anni, la richiesta di professionisti con competenze in intelligenza artificiale (AI) ha registrato un significativo aumento del 157%, segnalando un cambiamento importante nel mercato del lavoro. Secondo il VI rapporto dell’Osservatorio di 4.Manager, presentato alla Pontificia Università Antonianum, il 2024 si prospetta come un anno cruciale per il settore, con il numero di professionisti impegnati nell’AI che è passato da 40.000 a oltre 300.000. Aumenta anche la partecipazione femminile, che è salita dal 30% al 40%, confermando il ruolo crescente delle donne nelle professioni STEM. Tuttavia, il rapporto mette in luce una preoccupante carenza di competenze digitali, considerata dal 55% delle aziende come il principale ostacolo all’adozione dell’AI.
La mancanza di personale specializzato rappresenta una delle sfide principali per le imprese italiane. Nonostante il 53,6% delle aziende abbia introdotto nuove figure professionali legate all’intelligenza artificiale nell’ultimo anno, la difficoltà di trovare profili qualificati è evidente. Solo il 46% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base, un dato inferiore alla media UE del 56%. Tra le figure professionali più richieste nel settore AI spiccano l’AI Integration Specialist, indicato dal 18,6% delle imprese, e altre posizioni come il Chief Data Officer (9,3%) e il Data Science Manager (8,4%). Per affrontare queste carenze, molte aziende stanno investendo in programmi formativi interni e collaborazioni con università e centri di formazione specializzati.
La diffusione dell’intelligenza artificiale in Italia evidenzia anche una netta differenza tra grandi aziende e PMI. Le grandi imprese, grazie alle loro risorse, registrano un tasso di adozione dell’AI del 24%, mentre solo il 5% delle piccole imprese è riuscito a implementare queste tecnologie. Le città di Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli restano i principali poli di adozione nei settori IT e sviluppo software. In risposta alla crescente domanda di competenze, 4.Manager ha annunciato la creazione di un sistema di Skill Intelligence, basato sull’analisi di quasi mezzo milione di offerte di lavoro, che aiuterà le aziende a identificare i bisogni formativi e a progettare percorsi mirati per affrontare le sfide della digitalizzazione.