Dopo la “contro-invasione” ucraina che ha occupato parte della regione russa di Kursk, non ci sono stati grandi cambiamenti sulla linea del fronte. I russi avanzano in alcune zone del Donbass, ma lo fanno molto lentamente e a un costo umano giornaliero parecchio elevato. Volodymyr Zelensky ha presentato recentemente il suo piano di pace, tuttavia questa settimana il presidente ucraino ha ammesso che la possibilità di dare avvio a dei negoziati di pace con Putin “dipende innanzitutto” dall’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del prossimo 5 novembre. Donald Trump ha detto più volte in campagna elettorale che con lui alla Casa Bianca il conflitto terminerebbe immediatamente, anche se non ha mai specificato qual è il suo piano per raggiungere questo obiettivo.
Nel frattempo, i russi sono pronti a ricevere rinforzi sul campo di battaglia. Secondo quanto riferito dal capo del servizio militare d’intelligence ucraino, Kyrylo Budanov, alcune truppe nordcoreane stanno per arrivare nella zona di Kursk. Parlando con il sito The War Zone, Budanov ha dichiarato che per il momento non si conoscono i numeri di questi rinforzi, né il loro equipaggiamento.
Zelensky ha sollecitato l’Occidente e tutta la comunità internazionale a fare pressioni sul governo della Corea del Nord che con questa mossa dimostrerebbe che non gli “interessano le persone e non rispetta la vita umana”. La decisione di Pyongyang ha messo in allarme anche la Nato. Il Segretario generale Mark Rutte ha annunciato che il governo della Corea del Sud invierà alcuni esperti a breve per fornire informazioni all’Alleanza Atlantica in merito alla presenza dei soldati nordcoreani in Russia, un fatto che se “fosse vero sarebbe una escalation significativa”, ha spiegato Rutte.