“Una vittoria incredibile, questa sarà l’era d’oro dell’America”: alle 8 italiane, circa, di ieri mattina, Donald Trump è salito sul palco allestito a Palm Beach, in Florida, e davanti ai suoi sostenitori ha rivendicato la vittoria contro Kamala Harris. Ufficialmente non gli erano ancora stati assegnati i 270 grandi elettori necessari per diventare presidente, ma con l’assegnazione della Pennsylvania da parte di Fox News e CNN al tycoon, la partita era ormai chiusa. Ci si aspettava un vero testa a testa nei sette ‘swing states’ e invece non c’è stata gara: il “blue wall” non ha tenuto, il candidato repubblicano ha dilagato. Prima di pranzo, Wall Street Journal e CNN hanno certificato tramite le loro proiezioni il superamento dei 270 grandi elettori: Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Quello di Trump non è stato un discorso divisivo, anzi, ha lanciato un appello affinché “ogni cittadino in tutta la nostra terra” si unisca a lui “in questa nobile e giusta impresa”, cioè rendere “l’America sicura, forte, prospera, potente e libera di nuovo”. Trump ha sottolineato che è “tempo di lasciarci alle spalle le divisioni degli ultimi quattro anni. È tempo di unirsi e ci proveremo”. Tra i riferimenti a Dio che lo avrebbe “risparmiato per un motivo” quando è stato colpito da un proiettile all’orecchio la scorsa estate, all’amico “super genio” Elon Musk, che si è rivelato uno dei suoi più generosi sostenitori”, il presidente eletto ha promesso che non inizierà “guerre ma le fermerò”.
Ieri mattina, poco alla volta, sono arrivate le congratulazioni dei leader mondiali. Sul fronte italiano, la premier Giorgia Meloni ha definito Italia e Stati Uniti “nazioni sorelle” unite da un “legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più”. Il Cremlino inizialmente ha fatto sapere che Vladimir Putin non aveva in programma di contattare Trump per congratularsi direttamente, tuttavia il portavoce Peskov ha fatto sapere che ora “gli Stati Uniti sono in grado di cambiare la traiettoria della loro politica estera”. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, si è congratulata e assicurato che “l’Europa è pronta” a collaborare “nell’affrontare sfide geopolitiche esenza precedenti”. Il premier inglese Keir Starmer l’ha definita una “storica vittoria elettorale”, mentre Emmanuel Macron si è detto pronto “a lavorare insieme. Con le vostre convizioni e le mie”, ha scritto su X il presidente francese. Volodymyr Zelensky ha parlato di vittoria “impressionante” augurandosi che la nuova amministrazione Usa aiuti “l’Ucraina a ottenere una pace giusta”.
Per Benjamin Netanyahu, invece, la vittoria di Trump rappresenta “il più grande ritorno della storia” e allo stesso tempo “una forte ripresa della grande alleanza” tra Washington e Tel Aviv. Dall’oriente, infine, la portavoce del ministero degli esteri di Pechino, Mao Ning, ha tenuto un tono diplomatico e formale, assicurando che “la Cina continuerà a gestire le relazioni con gli Stati Uniti sulla base del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa”.