Confindustria punta su investimenti e semplificazioni per rilanciare la produttività italiana. Durante l’assemblea degli industriali dell’Umbria, Emanuele Orsini ha illustrato la strategia, spiegando come le attuali misure non abbiano ancora generato l’impatto sperato. Il presidente ha sottolineato i dati preoccupanti della produzione industriale: un calo complessivo del 2,1% nel 2023 e un peggioramento del 3,2% nei primi otto mesi. Secondo Orsini, il rallentamento è legato alla contrazione degli investimenti, influenzati anche dalla difficoltà delle imprese italiane di competere a livello europeo. Per affrontare la situazione, ha ribadito la necessità di semplificare le norme del piano Transizione 5.0 e rendere più accessibili i benefici fiscali, proponendo un aumento delle aliquote incentivanti per le aziende.
Tra le proposte avanzate, Orsini ha suggerito l’introduzione di un’aliquota Ires ridotta al 19% per le imprese che reinvestono almeno il 70% degli utili in settori strategici come tecnologia, welfare e formazione. L’obiettivo è favorire una crescita sostenibile all’interno delle aziende italiane, attraverso incentivi fiscali che premiano chi contribuisce all’innovazione e alla produttività. Orsini ha anche evidenziato l’importanza di accelerare l’iter dei contratti di sviluppo, strumenti che permettono alle imprese di accedere a finanziamenti per progetti di espansione o miglioramento tecnologico. Un altro elemento rilevante riguarda l’affitto agevolato per i lavoratori, soprattutto stranieri, una misura pensata per agevolare l’attrazione di talenti e migliorare le condizioni del mercato del lavoro.
Orsini ha affrontato anche temi di ampio respiro, come l’energia e le politiche europee sulla transizione ecologica. Ha segnalato i costi energetici elevati, circa il 40% superiori rispetto ai concorrenti europei, e ha auspicato una sperimentazione sul nucleare di ultima generazione, con mini reattori ospitati presso i siti aziendali. Inoltre, ha criticato l’obbligo di abbandonare i motori endotermici entro il 2035, ritenendolo eccessivo e poco pratico. A suo avviso, è necessaria una maggiore neutralità tecnologica, che permetta a ogni Paese di adottare le soluzioni più adatte alle proprie competenze. L’intelligenza artificiale, infine, è stata indicata da Orsini come un’opportunità cruciale per ridefinire la politica industriale sia italiana che europea.