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    Bar e ristoranti sempre in crisi, la domanda sempre più ridotta

    La crisi dovuta al Covid ed ai rincari dei prezzi sembra non essere mai stata superata per gli esercenti di bar e ristoranti. La fotografia economica del Paese evidenzia un sempre più alto costo della vita, a fronte di stipendi mai adeguati. Ed in questo contesto a farne le spese sono i servizi non proprio di prima necessità. Ma forse c’è anche dell’altro, c’è il fatto che ci stiamo trascinando ancora i retaggi, da tempo superati, del distanziamento sociale e della paralisi della socialità. I tagli però non sono stati solo a livello quantitativo (cioè uscendo di meno) ma anche a livello qualitativo, considerando il trend di preferire cibi e bevande meno costosi.
    La situazione è stata evidenziata dagli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, organizzati da Italgrob, Federazione italiana distributori horeca, in collaborazione con Italian Exhibition Group, tramite una quantificazione della quantità di prodotti alimentari e bevande che da gennaio a settembre 2024 sono stati consegnati a ristoranti, bar e gli altri luoghi della somministrazione. Nello specifico, l’analisi ha mostrato una netta contrazione, pari al 6,9%, del segmento Cash&Carry (la formula di vendita cosiddetta “paga in contanti e porta via”). Stessa sorte anche per il consumo domestico (-0,8%), mentre ha registrato un dato positivo il segmento Fuori Casa dei distributori Hotellerie, restaurant e cafè(Ho.re.ca), che segna un +2,4%, grazie sostanzialmente al calmieramento dei prezzi.
    TradeLab, un’altra società di consulenza e analisi, ha poi rilevato come tra marzo e giugno 2024 ci sia stata una forte contrazione dei pasti fuori casa, mentre fanno meglio le proposte take away e i ristoranti dove il conto finale resta sotto i 40 euro.
    Conferme in tal senso sono giunte anche dall’Istat. L’istituto di statistica ha infatti confermato che secondo una recente ricerca, nel 2023 è aumentata significativamente la quota di chi ha dichiarato di aver limitato in quantità (ma anche in qualità) la spesa per cibi e bevande rispetto all’anno precedente.

    Andrea Valsecchi

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