Kiev può rallegrarsi: l’ultima decisione di Joe Biden farà probabilmente da apripista per gli alleati europei. Come accaduto più volte in quasi tre anni di guerra, dopo molte discussioni e parecchi mesi, è caduto un altro ostacolo nel sostegno all’Ucraina: il presidente uscente Joe Biden ha deciso di autorizzare l’utilizzo di missili a lungo raggio statunitensi da parte delle forze ucraine contro il territorio russo, secondo quanto rivelato dal New York Times. Al momento della scrittura di questo articolo non è ancora arrivata l’ufficialità della Casa Bianca, ma la decisione sembra presa. Si tratta dei preziosi missili ATACMS (Army Tactical Missile Systems) la cui gittata arriva a 300 chilometri. Secondo il sito americano Axios, quella dell’amministrazione Biden è una risposta alla decisione di inviare truppe nordcoreane a sostegno dei russi, ma Kiev potrà utilizzare gli ATACMS unicamente per colpire il nemico nella regione russa di Kursk.
La mossa degli Usa sta avendo effetti anche nella capitali europee. Parigi ha già fornito missili a lungo raggio a Kiev e ora il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot è tornato sull’argomento a margine dell’incontro dei ministri dell’Ue a Bruxelles: “Abbiamo apertamente detto che questa era un’opzione che avremmo preso in considerazione – ha spiegato Barrot – se avesse permesso di colpire un obiettivo da dove la Russia sta attualmente attaccando il territorio ucraino. Quindi niente di nuovo”. L’Alto rappresentate per la politica estere e di sicurezza dell’Ue, Josep Borell, ha ribadito che “l’Ucraina dovrebbe essere in grado di usare le armi che le abbiamo fornito non solo per fermare le frecce, ma anche per colpire gli arcieri. Continuo a credere che dovrebbe essere fatto”. Per il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, Biden “ha risposto all`entrata in guerra dei soldati nordcoreani e al massiccio raid di missili russi in un linguaggio comprensibile a Putin”. Ora anche Berlino ci fa un pensiero. La Germania si prepara a elezioni anticipate il prossimo febbraio e il candidato cancelliere dei Verdi e attuale ministro dell’economia, Robert Habeck, ha spiegato in un’intervista a Ard che in caso vincesse, il suo governo fornirà i missili a lungo raggio Taurus agli ucraini.
L’ira del Cremlino non si è fatta attendere. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato alla stampa locale che la mossa di Biden “cambia totalmente la modalità del coinvolgimento dei paesi occidentali nel conflitto” perché, secondo Mosca, “l’individuazione degli obiettivi e altre operazioni” connesse a queste armi non sarebbero eseguite da soldati ucraini, ma “sono condotte da specialisti militari”. Da qui l’inferenza per cui tali attacchi non verrebbero lanciati dall’Ucraina, ma “da quei paesi che danno il permesso”. Insomma, l’ennesimo allarme su un coinvolgimento diretto dell’Occidente in guerra, spettro di un’escalation che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Una retorica che in passato non ha funzionato particolarmente bene. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si prepara alla nuova fase del conflitto: “Gli attacchi non si fanno a parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parleranno da soli”.