È arrivato dopo le elezioni presidenziali statunitensi, ma alla fine Joe Biden ce l’ha fatta: da ieri è in atto una tregua tra Israele ed Hezbollah in Libano. La mediazione degli Stati Uniti è stata fondamentale soprattutto per convincere la parte israeliana. Dopo oltre 14 mesi di combattimenti, lo scontro armato tra i miliziani sciiti del partito di Dio e le forze di Tel Aviv nel Paese dei cedri è terminato. Il testo dell’intesa non è stato rivelato, ma i media internazionali hanno fatto trapelare diversi dettagli.
Anzitutto, il ritiro delle forze di difesa israeliane (Idf) dal Libano avverrà gradualmente, probabilmente in un periodo di 60 giorni. Parallelamente, le truppe di Hezbollah lasceranno il Libano meridionale e si ritireranno oltre il fiume Litani, mentre alcune migliaia di soldati dell’esercito regolare libanese verranno schierati a sud del fiume. L’obiettivo di Tel Aviv è far tornare a casa le decine di migliaia di cittadini israeliani sfollati dal nord di Israele. Washington, inoltre, avrebbe garantito alle forze israeliane sufficiente spazio di manovra per contrastare eventuali violazione del cessate il fuoco. Lo stesso premier Benjamin Netanyahu ha chiarito che l’Idf risponderà violentemente a ogni violazione dell’accordo.
A Beirut sono partiti i festeggiamenti, ma le forze armate israeliane hanno invitato i civili libanesi ad aspettare a tornare nei loro villaggi nella zona sud del Libano. I soldati dell’Idf, infatti, devono ancora ritirarsi dalle zone occupate. “Non dirigetevi verso i villaggi evacuati dall’Idf o verso le sue forze nell’area. Per la vostra protezione e quella delle vostre famiglie, evitate di raggiungere la zona” ha detto il portavoce dell’Idf in lingua araba, Avichay Adraee; “vi informeremo sulla data sicura per il rientro nelle vostre case”, ha aggiunto. Un appello che, tuttavia, pare sia rimasto largamente inascoltato. Lunghe file di auto sono state avvistate dirigersi verso sud.