Vladimir Putin intensifica i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina e torna ad attaccare l’Occidente. Il capo del Cremlino è intervenuto al Consiglio di sicurezza collettivo della CSTO, l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva fondata negli anni Novanta da alcune ex repubbliche sovietiche, dove ha spiegato che il via libera statunitense e degli altri partner di Kiev all’uso di armi a lungo raggio contro il territorio russo comporti “il coinvolgimento diretto di questi paesi in un conflitto armato, poiché l’uso di queste armi senza la partecipazione diretta di personale militare e specialisti militari dei paesi NATO interessati è semplicemente impossibile”. Secondo quanto riporta Sky News, Putin ha anche annunciato che tra gli obiettivi ucraini al centro dell’attenzione di Mosca, potrebbero esserci anche “centri decisionali” della capitale.
Alle minacce, Putin fa seguire la violenza. Ieri è scattato un allarme antiaereo a livello nazionale in tutta l’Ucraina: il ministro dell’Energia ucraino ha spiegato che l’intero Paese è stato oggetto di “un massiccio attacco nemico”. A essere prese di mira sono state soprattutto le infrastrutture energetiche, con l’operatore nazionale della rete elettrica che ha “urgentemente introdotto interruzioni di corrente di emergenza”. Nel complesso, le autorità ucraine hanno dichiarato che circa un milione di utenti sono rimasti senza elettricità.
Intanto, Joe Biden prepara un altro pacchetto militare da 725 milioni di dollari per l’Ucraina. Lo riferisce Reuters, che cita dei funzionari americani. L’amministrazione uscente vorrebbe fornire a Kiev diverse armi anticarro, oltre a mine, droni, missili Stinger e missili per il sistema Himars. Sul tavolo anche le munizioni a grappolo. L’obiettivo è rafforzare il più possibile le forze armate ucraine prima che si insedi Donald Trump il prossio 20 gennaio.