Il Decreto Legge sulle proroghe ha posticipato al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore del nuovo regime IVA per gli Enti del Terzo Settore (ETS) iscritti al Registro Unico Nazionale. La normativa in questione deriva dal Decreto Legislativo 146/2021, che ha eliminato l’esclusione IVA per molte attività svolte dagli ETS, generando preoccupazione tra le associazioni in tutta Italia. Il rischio di una maggiore pressione fiscale preoccupa fortemente, infatti, le realtà associative che operano in settori fondamentali come il welfare, la cultura e la protezione civile.
Secondo la nuova disciplina, le attività di servizi degli ETS sono considerate rilevanti ai fini IVA e vengono classificate come esenti o imponibili a seconda della loro natura. Questo cambiamento dovrebbe implicare obblighi fiscali e gestionali significativi, specialmente per le associazioni medio-piccole, che costituiscono la maggioranza del settore. In precedenza, queste realtà erano escluse dalla filiera IVA, godendo di un regime fiscale agevolato che ora rischia di scomparire, aumentando i costi e la complessità amministrativa. L’intervento legislativo posticipa questi effetti, ma non li elimina definitivamente.
Le associazioni del Terzo Settore hanno da tempo, e in più occasioni, espresso preoccupazione per le conseguenze di una possibile applicazione definitiva del regime IVA. La rete di organizzazioni sociali e culturali teme che l’assenza di un quadro normativo chiaro e stabile possa scoraggiare il volontariato e compromettere la sostenibilità economica delle attività svolte. In particolare, le associazioni chiedono un dialogo con il Governo per garantire misure di tutela adeguate e un sistema fiscale calibrato sulle loro specificità.
Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale del Piemonte, da sempre molto vicino al mondo del volontariato torinese, ha voluto sottolineare l’urgenza di un confronto diretto con Bruxelles: “Il Terzo Settore opera in ambiti cruciali come welfare, cultura e protezione civile, coinvolgendo oltre 2,5 milioni di volontari. La nuova normativa comporterebbe un aggravio di costi e adempimenti burocratici, difficili da sostenere per molte associazioni. Occorre lavorare affinché l’esenzione IVA diventi permanente e non legata a proroghe temporanee”. Magliano ha quindi sottolineato l’importanza di un confronto diretto con le istituzioni europee per evitare che il mondo del volontariato sia penalizzato da norme fiscali pensate per realtà economiche completamente diverse.