martedì, Dicembre 17, 2024
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    Domanda stabile, formazione in ritardo: il gap delle competenze ICT in Italia

    La domanda di professionisti nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) in Italia ha raggiunto livelli elevati e stabili, ma il sistema formativo nazionale non riesce a tenere il passo. Secondo l’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2024, realizzato da AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, in collaborazione con Talents Venture, la carenza di competenze digitali rappresenta un ostacolo critico alla trasformazione digitale del Paese. Presentato a Roma durante l’evento “Competenze Digitali: un’opportunità per lo sviluppo del Paese”, il rapporto evidenzia come la richiesta di professionisti ICT sia trasversale e coinvolga settori non tradizionalmente tecnologici come consulenza, costruzioni ed energia.

    Nonostante la crescita delle offerte di lavoro in ambito ICT, con 184mila annunci pubblicati tra gennaio 2023 e agosto 2024, il numero di laureati e professionisti formati resta insufficiente. I ruoli più ricercati includono Web Developer, Sviluppatori Software e Data Analyst, con una forte richiesta di competenze tecniche in linguaggi di programmazione come Java, Python e SQL. Tra le professioni ICT più richieste, spiccano anche figure come lo Specialista di Supporto IT (17.836 annunci) e l’Ingegnere di Sistemi (11.152 annunci). L’analisi del mercato sottolinea inoltre una crescente domanda per competenze in Project Management (10.759 annunci) e sicurezza delle informazioni, indicando una maggiore attenzione verso competenze trasversali e specializzazioni strategiche. Tuttavia, solo il 6% dei laureati italiani proviene da percorsi ICT e appena il 16% dei nuovi corsi universitari riguarda questo settore. Anche il sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) stenta a decollare: solo 50 dei 349 percorsi attivi sono legati all’ICT, nonostante un aumento del 36% delle domande di iscrizione.

    Per affrontare questa sfida, l’Osservatorio propone interventi su più fronti: potenziare l’offerta universitaria con corsi triennali professionalizzanti, rafforzare i percorsi ITS e promuovere programmi di reskilling per lavoratori e manager. Fondamentale anche il ruolo delle academy aziendali, che secondo il presidente di Assinter Pietro Pacini rappresentano “un ponte tra formazione e mondo del lavoro”. Solo una sinergia tra imprese, istituzioni e sistema formativo potrà colmare il divario e sostenere la trasformazione digitale del Paese.

     

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