Bergamo, per la prima volta, conquista il primo posto nell’indagine del Sole 24 Ore che analizza la qualità della vita nei territori italiani. Il Nord-Est domina la top 10, mentre le grandi città perdono terreno: Milano è 12ª, Firenze 36ª e Roma 59ª. Al contrario, il Sud continua a occupare le ultime posizioni, con Reggio Calabria in fondo alla classifica, sebbene emergano segnali di miglioramento.
Sono trascorsi quasi cinque anni dal 18 marzo 2020, quando una colonna di 70 mezzi militari trasportava fuori da Bergamo le salme dei primi morti di Covid-19. In quell’anno drammatico, Bergamo, come l’Italia intera, ha sofferto enormemente, ma non ha perso la tenacia. Negli ultimi quattro anni, questa determinazione ha permesso alla città di migliorare il livello di benessere sul territorio, passando dalla 52ª posizione nel 2020 al primo posto quest’anno. Nel 2023, Bergamo era già quinta in classifica e ora raggiunge la vetta dell’indagine del Sole 24 Ore, che misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori certificati, suddivisi in sei categorie tematiche.
Subito dopo Bergamo, al primo successo in 35 anni di indagine e vincitrice anche dell’Indice di Sportività, si posizionano due province abituate al podio: Trento e Bolzano. Le province autonome, già più volte al vertice, vedono Trento salire di un gradino rispetto al 2023 e Bolzano compiere un notevole balzo in avanti, passando dal 13° al 3° posto. Questo risultato è frutto di eccellenze in demografia, salute e società, un’elevata capacità di risparmio, un ridotto numero di famiglie con Isee basso e un alto tasso di occupazione.
Nella top 10 prevalgono le province del Nord-Est, con Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto in evidenza. Monza e Brianza si piazza al 4° posto, seguita da Cremona al 5°. Udine, vincitrice del 2023, continua a registrare buone performance, mentre Verona e Vicenza si collocano rispettivamente al 7° e all’8° posto. Verona, insieme a Cremona e Ascoli Piceno, rappresenta una delle nuove entrate nella top 10. Ascoli Piceno si distingue anche per aver conquistato il primo posto nella categoria “Giustizia e sicurezza”. Bologna è l’unica grande città presente nella top 10, al 9° posto, ma perde sette posizioni rispetto al 2023.
Le province del Sud continuano a occupare la parte bassa della classifica. Reggio Calabria si colloca ultima, seguita da altre città metropolitane come Catania, Messina, Palermo e Napoli, oltre a province meno urbanizzate come il Sud Sardegna, Enna e Cosenza. Anche alcune province del Nord faticano, come Imperia e Savona. Tuttavia, ci sono segnali di cambiamento: il PIL pro capite cresce in province come Palermo, Caltanissetta e Nuoro, mentre l’attrattività turistica migliora in territori come Isernia, Frosinone ed Enna. Inoltre, una maggiore accessibilità degli immobili e una minore inflazione creano condizioni favorevoli per il futuro del Sud.
Le disuguaglianze economiche si fanno sentire anche nelle grandi città. Milano, ad esempio, pur restando leader nella categoria “Affari e lavoro” e terza in “Ambiente e servizi”, perde quattro posizioni e scende al 12° posto. Firenze, in calo rispetto al 6° posto del 2023, mantiene comunque il primato nell’Indice della Qualità della vita delle donne. Cagliari, Venezia, Genova e Torino scendono anch’esse in classifica, con Roma al 59° posto, in netto calo. Bari è la migliore provincia del Sud, al 65° posto, ma guadagna comunque quattro posizioni rispetto al 2023.
Uno dei fattori che penalizzano le grandi città è il calo del PIL pro capite. Palermo e altre province del Sud registrano una crescita significativa, mentre il trend di Milano è più lento. Il costo della vita, soprattutto legato agli affitti e all’acquisto di immobili, pesa sulle grandi città. A Roma, ad esempio, il canone di affitto di un appartamento medio rappresenta l’81% del reddito medio, contro il 13% di province come Trapani o Chieti. Anche il numero di mensilità necessarie per acquistare un immobile è sproporzionato: a Roma servono oltre 164 stipendi medi, contro i 33 di Avellino. Non sorprende quindi che molte città metropolitane abbiano perso residenti nel 2023, con poche eccezioni come Milano e Bologna.
Le province minori, al contrario, migliorano la loro vivibilità grazie a una maggiore accessibilità degli alloggi e a una crescita del reddito disponibile. Tuttavia, i divari tra Nord e Sud, così come quelli interni alle grandi città, rimangono marcati. A Milano, ad esempio, i contribuenti più ricchi guadagnano 18 volte di più rispetto ai più poveri, un divario in netto aumento rispetto al 2008. Anche Roma presenta una forbice simile, con disuguaglianze che generano squilibri nelle metropoli. Tuttavia, alcune province minori stanno gradualmente riducendo queste disparità, mostrando segnali di miglioramento nella qualità della vita.
Gloria Giovanditti