L’Ucraina ha iniziato il 2025 tornando all’attacco. Da qualche giorno le forze di Kiev hanno dato il via a una nuova offensiva nella regione russa di Kursk, già in parte occupata grazie all’operazione dello scorso agosto che ha colto tutti di sorpresa, compreso Putin. Gli ucraini avanzano con mezzi corazzati da diverse direzioni e i russi hanno ingaggiato una feroce battaglia per contenere l’avanzata. Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina, nella giornata del 6 gennaio russi e ucraini si sono scontrati 199 volte, soprattutto sul fronte di Kursk, ma anche in zona Pokrovsk e Kurakhove.
Nel complesso, in cinque mesi i russi hanno dovuto fare i conti con 38mila perdite nel Kursk, “con circa 15.000 perdite irrecuperabili”: lo ha scritto il presidente Volodymyr Zelensky su X, spiegando che nonostante i russi abbiano “schierato le loro unità più forti a Kursk, compresi soldati della Corea del Nord”, le forze ucraine continuano “a mantenere una zona cuscinetto sul territorio russo”. Da una parte, l’obiettivo è evitare che le forze del Cremlino impegnate in questa regione russa vengano reindirizzate “su altri fronti”, tra cui Donestsk, Sumy, “Kharkiv o Zaporizhzhia”, ha sottolineato il presidente ucraino.
Dall’altra parte, Kiev vuole avere una piede in Russia per poter negoziare da una posizione di forza quando arriverà il momento dei colloqui di pace. Non lo nasconde nemmeno il Segretario di Stato americano Antony Blinken che durante una conferenza stampa a Seoul ha spiegato che la posizione degli ucraini a Kursk “è importante, perché è certamente un elemento da tenere in considerazione in qualsiasi negoziato che possa aver luogo nel corso del prossimo anno”. Mosca, nel frattempo, minimizza e assicura che “il gruppo d’assalto dell’esercito ucraino” nel Kursk “è stato sconfitto dall’artiglieria e dall’aviazione” e “l’operazione di distruzione delle unità delle forze ucraine continua”, come riporta Rai News.