Unioncamere ed Excelsior hanno tracciato uno scenario delle professioni e dell’occupazione che si estende fino al 2028, stimando un fabbisogno occupazionale complessivo tra 3,4 e 3,9 milioni di unità. Questa proiezione deriva dalla combinazione di due fattori: l’expansion demand, ovvero l’aumento della domanda legato alla crescita economica, e il replacement demand, il turnover naturale dovuto all’uscita di lavoratori dal mercato.
Le società di consulenza e recruiting, tra cui Accenture e ManpowerGroup, sottolineano come, nei prossimi anni, vi sarà una crescente integrazione tra competenze tecnologiche e umanistiche. Le aziende cercheranno non solo profili come ingegneri ed esperti di intelligenza artificiale, ma anche professionisti con competenze trasversali in diversi ambiti.
Secondo Unioncamere ed Excelsior, il 60% del fabbisogno sarà rappresentato da lavoratori dipendenti nel settore privato, seguiti dai dipendenti pubblici con il 23% e dagli indipendenti al 17%. La maggior parte della domanda (circa il 75%) proverrà dai settori dei servizi, inclusa la pubblica amministrazione, con una richiesta stimata tra 2,6 e 2,9 milioni di unità tra il 2024 e il 2028. Nei settori industriali, il fabbisogno sarà compreso tra 793mila e 900mila unità, mentre in agricoltura si prevede una richiesta più contenuta, oscillante tra 74mila e 92mila unità.
Circa il 39% delle richieste riguarderà lavoratori altamente qualificati, tra cui dirigenti, specialisti e tecnici, per un totale stimato tra 1,3 e 1,4 milioni di unità. Nel settore pubblico, questa tipologia di figure costituirà il 38% della domanda, mentre nel privato si attesterà al 31%.
Le professioni intermedie, come impiegati e lavoratori nei servizi commerciali, copriranno il 36% del fabbisogno, con una domanda stimata tra 1,2 e 1,4 milioni di unità. Gli operai, specializzati o addetti agli impianti, rappresenteranno circa il 17%, con un fabbisogno tra 574mila e 654mila unità, mentre le professioni non qualificate saranno richieste per 263-298mila unità, circa l’8% del totale.
Tra i profili tecnici spiccano le professioni sanitarie, come infermieri e tecnici della riabilitazione, con una domanda compresa tra 151mila e 158mila unità. I tecnici commerciali, del marketing e degli acquisti saranno richiesti in misura minore, con una stima tra 88mila e 99mila unità, ma con un tasso di fabbisogno annuo più alto rispetto alle professioni sanitarie.
Gli impiegati più richiesti saranno addetti alla segreteria e agli affari generali, con una domanda tra 280mila e 304mila unità. Seguono gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, sia nei front-office sia nei call center, con una stima tra 84mila e 96mila lavoratori. Gli impiegati contabili e addetti alle operazioni finanziarie continueranno a essere profili fondamentali per le aziende.
Nel settore dei servizi, saranno richieste figure qualificate per i servizi sanitari e sociali (81-86mila unità) e addetti alle vendite, inclusi commessi e assistenti nella grande distribuzione (circa 4,8-5%). Per quanto riguarda la ristorazione, il personale di sala e gli addetti alla cucina saranno necessari in misura compresa tra 177mila e 222mila unità.
Le competenze digitali saranno centrali per il futuro mercato del lavoro: circa 2,2 milioni di lavoratori (59% del totale) dovranno possederle. La richiesta sarà più alta per professioni specializzate e tecniche (85%) rispetto a quelle impiegatizie e dei servizi (57%) e alle professioni meno qualificate (22%).
Parallelamente, aumenterà la domanda di competenze legate alla sostenibilità ambientale. Tra il 2018 e il 2023, il numero di imprese che ha investito in questo ambito è passato dal 49,4% al 56,4%, e si prevede che il trend prosegua nei prossimi anni.
Secondo la società EY, il mercato richiederà sempre più esperti in relazioni pubbliche e immagine, con un incremento del 15,6%. Inoltre, report del World Economic Forum e di società come Pearson Italia e ManpowerGroup evidenziano una crescente domanda di professionisti specializzati nell’interazione tra uomo e macchine, nonché di figure in grado di sviluppare strategie per lo smart working.
Gloria Giovanditti