Donald Trump e Vladimir Putin potrebbero sentirsi via telefono nei prossimi giorni: lo ha anticipato il futuro consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, Michael Waltz, in un’intervista al canale ABC. L’organizzazione di una telefonata di questo genere richiede tempo, ma le premesse sembrano favorevoli: da una parte il Cremlino negli scorsi giorni ha dimostrato una certa disponibilità a mettersi in contatto con il presidente eletto Usa, dall’altra è nota l’impazienza di Trump per arrivare a una pace in Ucraina. Le tempistiche, tuttavia, sono incerte: Waltz ha parlato di “giorni” o “settimane”, specificando che sono comunque in corso preparativi per un incontro faccia a faccia tra i due leader.
Per un vertice vis-a-vis ai massimi livelli, le diplomazie russe e statunitensi devono preparare il terreno in anticipo, mettendo a punto una serie di condizioni. In generale, però, sui colloqui di pace Mosca ha messo le mani avanti: “Non abbiamo i prerequisiti per riprendere i negoziati e la parte ucraina rifiuta di farlo, è ancora prematuro parlarne”, ha dichiarato ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ai giornalisti. Ciononostante, l’incontro con il presidente russo appare fondamentale per Washington. Waltz ha spiegato, infatti, che “Trump ritiene che le crisi internazionali non possano essere risolte senza avere un contatto positivo con le parti interessate”.
La Serbia, guidata da Aleksandar Vucic, una delle poche sponde di Mosca in Europa assieme alla Slovacchia di Robert Fico e all’Ungheria di Viktor Orbàn, si è offerta come luogo per l’incontro e per i negoziati tra Putin e Trump. Vucic, parlando con Tv Pink, ha definito la Serbia un Paese “fuori dai blocchi militari” ed “essenzialmente indipendente”, in grado di garantire “la completa sicurezza ad entrambi i presidenti”. Nel frattempo, i combattimenti sul campo vanno avanti e Mike Waltz ha consigliato a Kiev di abbassare l’età della leva da 25 a 18 anni per risolvere i “problemi di personale” e inviare, così, “centinaia di migliaia di nuovi soldati sul campo di battaglia”.