Kiev doveva cadere in tre giorni e invece ormai siamo vicini al terzo anniversario della guerra di aggressione scatenata dalla Russia. La capitale ucraina non è più un obiettivo alla portata di Mosca e il Cremlino nel tempo ha dovuto ridimensionare le sue mire sull’Ucraina. Che “l’operazione speciale” di Putin sia fallita nei suoi scopi originari lo ha certificato anche Rob Bauer, presidente del Comitato Militare della Nato: “La realtà è che il Cremlino non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi strategici – ha spiegato Bauer – mentre 700.000 russi sono stati uccisi e feriti e l’intera popolazione russa soffre sotto il peso dello sforzo bellico”.
Il capo dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, ha affermato che “la Russia lavorato duramente per cercare di indebolire le nostre democrazie e minare la nostra libertà”, tramite una serie di “azioni ostili” contro i Paesi Nato, come “attacchi informatici, tentativi di assassinio, atti di sabotaggio “. Operazioni che, secondo Rutte, non si possono più chiamare “ibride”, dal momento che si tratta di vere e proprie “campagne di destabilizzazione”. Secondo il segretario generale della Nato, la Russia “non è sola. Ha Cina, Corea del Nord e Iran al suo fianco”.
Intanto, l’Alleanza Atlantica ha annunciato che terrà una nuova missione (denominata “Baltic Sentry”) con lo scopo di proteggere i cavi sottomarini nella zona del Mar Baltico. Saranno coinvolti diversi mezzi, tra cui “fregate e aerei da pattugliamento marittimo”, ma anche una piccola flotta di droni navali. Non è stato rivelato l’effettivo numero di mezzi che verranno impiegati, ma Rutte ha spiegato che tale missione “rafforzerà la nostra vigilanza nel Baltico”. La tensione in quel mare è tornata a salire dopo che sono stati rilevati potenziali atti di sabotaggio ai cavi che giacciono sul fondale.