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    Lavoratori sempre reperibili? Come i Paesi tutelano il diritto alla disconnessione

    Il diritto alla disconnessione ha acquisito crescente importanza in seguito alla pandemia di Covid-19 e alla diffusione dello smart working. A livello globale, la regolamentazione procede in modo disomogeneo, con approcci diversi tra i vari Paesi, soprattutto in Europa.

    Nell’Unione Europea, 13 Stati membri hanno introdotto normative pertinenti, ma con significative differenze per quanto riguarda ambiti, definizioni, modalità di attuazione e applicazione. Tra i pionieri vi sono Francia, Spagna e Belgio, mentre l’Italia rappresenta un caso particolare. Altri Paesi, come Bulgaria, Cipro, Grecia, Croazia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Slovacchia, hanno optato per soluzioni come emendamenti alle normative esistenti o linee guida nazionali.

    A livello europeo, un passo significativo è stato compiuto con la Risoluzione del 21 gennaio 2021, che ha invitato gli Stati membri a riconoscere il diritto alla disconnessione come fondamentale e ha chiesto alla Commissione Europea di proporre una direttiva per regolamentare l’uso degli strumenti digitali. Nell’aprile 2024, Ursula von der Leyen ha avviato consultazioni con le parti sociali per trovare un orientamento comune.

    Il diritto alla disconnessione garantisce ai lavoratori la possibilità di non essere sempre reperibili, consentendo loro di non rispondere a comunicazioni di lavoro durante i periodi di riposo, senza che ciò abbia conseguenze negative sul rapporto lavorativo. Questo diritto è particolarmente rilevante nel contesto del lavoro agile.

    In Italia, la legge n. 81 del maggio 2017 prevede che il lavoratore possa disconnettersi dagli strumenti tecnologici di lavoro senza che ciò incida sulla continuità del rapporto lavorativo o sulla retribuzione. Tuttavia, l’assenza di una legge quadro lascia agli accordi collettivi il compito di definirne i dettagli.

    La Francia è stata la prima in Europa a riconoscere il diritto alla disconnessione con la Loi du Travail del 2016, che impone alle aziende con oltre 50 dipendenti di negoziare annualmente con i sindacati un regolamento aziendale che includa questo diritto. Tuttavia, la normativa è stata criticata per la sua vaghezza.

    In Spagna, la legislazione del 2020 garantisce che chi lavora a distanza abbia gli stessi diritti di chi opera in sede, aggiungendo all’elenco dei diritti dei lavoratori anche il diritto alla disconnessione. Questo prevede la limitazione dell’uso degli strumenti tecnologici aziendali durante i periodi di riposo e il rispetto degli orari di lavoro stabiliti.
    In Belgio, dal febbraio 2022, i dipendenti pubblici non devono più rispondere a e-mail e telefonate fuori dall’orario di lavoro, salvo circostanze eccezionali. Sono in corso valutazioni per estendere il diritto anche al settore privato.

    Fuori dall’Europa, il governo australiano ha approvato nel 2024 il Fair Work Legislation Amendment Bill 2023, che riconosce il diritto alla disconnessione per i dipendenti di aziende non piccole, con un’estensione prevista alle piccole imprese entro agosto 2025.
    In Canada, dal 2021, lo Stato dell’Ontario richiede ai datori di lavoro con almeno 25 dipendenti di adottare politiche scritte sulla disconnessione, aggiungendo questa misura all’Employment Standards Act del 2000.

    Gloria Giovanditti

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