Le start up innovative in Italia sono più che raddoppiate dal 2016, passando da circa 5.700 a oltre 12.000, posizionando il Paese al quarto posto in Europa. Queste società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, si caratterizzano per il loro focus sullo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, e dimostrano performance economiche migliori rispetto ad altre tipologie di imprese. I dati emergono da uno studio condotto da Unioncamere con il supporto del Centro studi Tagliacarne.
Grazie anche agli strumenti di finanza innovativa, negli ultimi otto anni le start up hanno registrato una crescita significativa soprattutto nel Mezzogiorno e nel Nord-Ovest, con un aumento rispettivamente di 2,6 e 2,4 volte rispetto al 2016. In particolare, spiccano regioni come la Campania, dove le start up sono più che quadruplicate (4,3 volte), seguita dal Molise (3,5 volte) e dalla Lombardia (2,6 volte). Sebbene le start up siano prevalentemente giovanili (16,9%, una quota doppia rispetto all’8,4% del totale delle imprese italiane), si osserva una crescita dinamica anche tra le imprese guidate da donne e da imprenditori stranieri.
Secondo Andrea Prete, presidente di Unioncamere, è fondamentale continuare a sostenere lo sviluppo della finanza innovativa. Da un lato, occorre attrarre più operatori specializzati capaci di catalizzare l’offerta di capitale, considerando l’enorme massa di liquidità ancora presente nei conti correnti bancari; dall’altro, bisogna stimolare una maggiore domanda da parte degli imprenditori per sfruttare appieno le opportunità di crescita offerte dal settore.
Gloria Giovanditti
