venerdì, Gennaio 31, 2025
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    Sud-est asiatico e Turchia fanno bene all’export italiano. Crollano gli scambi con USA e Cina

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    Secondo i dati diffusi dall’Istat, a dicembre 2024 l’export italiano verso i mercati extra UE è aumentato del 3,9%, in accelerazione rispetto al mese precedente (+0,9% a novembre). Tuttavia, i dati evidenziano un andamento differenziato tra le varie aree geografiche: le esportazioni italiane verso i paesi ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) sono aumentate del 39,9%, mentre quelle dirette in Turchia hanno registrato un incremento del 18,2%. In controtendenza, si osserva una flessione delle vendite verso gli Stati Uniti (-3,7%) e la Cina (-6,0%).

    Uno dei dati più rilevanti forniti dall’Istat riguarda la crescita dell’export italiano verso i paesi del Sud-est asiatico, che ha registrato un aumento annuo del 39,9%. Questa area, che comprende Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, sta assumendo un ruolo sempre più strategico per il commercio italiano, grazie alla crescente domanda di beni di consumo e macchinari industriali. Parallelamente, l’Istat segnala un forte incremento delle importazioni italiane dall’area ASEAN, che sono aumentate del 93% rispetto a dicembre 2023. Questo dato evidenzia un’integrazione economica crescente tra l’Italia e il Sud-est asiatico, con un aumento dell’importazione di materie prime, componentistica industriale e prodotti manifatturieri.

    Anche l’interscambio con la Turchia mostra segnali di crescita rilevanti. Secondo l’Istat, le importazioni italiane dal paese sono aumentate del 18,2% su base annua, confermando il ruolo strategico della Turchia come fornitore di beni manifatturieri, materiali industriali e componentistica automobilistica per il mercato italiano. L’incremento dell’import potrebbe essere influenzato anche dalla svalutazione della lira turca, che rende i prodotti turchi più convenienti per i mercati europei.

    In contrasto con la crescita generale dell’export, i dati dell’Istat evidenziano un calo delle vendite italiane verso due mercati chiave: Cina (-6,0%) e Stati Uniti (-3,7%). Il dato cinese potrebbe riflettere il rallentamento della domanda interna, con un’economia ancora segnata dalle incertezze della ripresa post-pandemica e dalla debole crescita del settore manifatturiero. Inoltre, il rafforzamento della produzione nazionale cinese e le tensioni geopolitiche stanno riducendo la dipendenza del paese dai prodotti europei.

    Più preoccupante è il calo dell’export verso gli Stati Uniti (-3,7%), che potrebbe risentire dei timori legati alle politiche commerciali della nuova amministrazione Trump. Durante il suo primo mandato, l’ex presidente aveva imposto dazi su diversi prodotti europei, colpendo in particolare il settore agroalimentare e la meccanica di precisione. Ora che è tornato alla guida del paese, le imprese italiane guardano con preoccupazione alla possibilità di nuove barriere tariffarie, che potrebbero penalizzare ulteriormente le esportazioni verso il principale mercato extra UE dell’Italia.

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