In Italia si registra una crescente difficoltà nel reperire manodopera qualificata in diversi settori, tra cui commercio, ristorazione, alloggio e agricoltura. Confcommercio denuncia un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, in aumento del 4% rispetto allo scorso anno, che rischia di frenare la crescita economica e il prodotto interno lordo del Paese. Le figure professionali più difficili da trovare includono commessi del settore moda-abbigliamento, macellai, gastronomi, addetti al pesce, camerieri di sala, barman, cuochi, pizzaioli, gelatai e addetti alle pulizie nelle strutture ricettive.
Le cause di questa carenza di personale sono molteplici. Da un lato, si osserva un calo demografico nella fascia di età 15-39 anni (-4,8 milioni tra il 1982 e il 2024), dall’altro, una riduzione della disponibilità di lavoratori con profili adeguati in termini di competenze e conoscenze. Inoltre, le preferenze occupazionali dei lavoratori stanno cambiando, mentre la mobilità territoriale risulta limitata. Secondo Confcommercio, è urgente rafforzare le politiche attive del lavoro con interventi strutturali volti a migliorare la formazione e l’occupabilità, promuovendo un legame più stretto tra istruzione e tessuto produttivo. Il recente rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (Ccnl) per il Terziario ha cercato di rispondere a queste esigenze con una ristrutturazione della classificazione del personale.
Parallelamente, il settore agricolo sta affrontando una grave carenza di lavoratori, con un deficit di circa 100mila unità per le attività di raccolta. Coldiretti segnala che su un milione di lavoratori impiegati nelle 185.000 aziende agricole italiane, oltre un terzo proviene da Paesi esteri, con rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi tra le nazionalità più rappresentate. Tuttavia, il sistema attuale non tiene conto della stagionalità del lavoro agricolo, con ritardi burocratici che spesso portano i lavoratori a ottenere i visti quando la stagione di raccolta è già terminata.
Coldiretti propone di semplificare la gestione dei flussi migratori, riducendo la burocrazia e contrastando il caporalato. Inoltre, sottolinea l’importanza di potenziare la formazione nei Paesi di origine per garantire che i lavoratori siano già qualificati e consapevoli delle norme di sicurezza. Un ulteriore problema riguarda i lavoratori che, giunti in Italia per impieghi stagionali, rimangono nel Paese senza possibilità di essere regolarmente assunti, alimentando fenomeni di lavoro sommerso e criminalità organizzata.
Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e Coldiretti, è essenziale adottare misure urgenti per sostenere le imprese nella formazione e nell’inserimento lavorativo, anche attraverso il coinvolgimento degli immigrati, per migliorare la competitività dell’economia italiana.
Gloria Giovanditti