Vladimir Putin è “pronto a colloqui con Zelensky” anche se la “legittimità” di quest’ultimo come leader dell’Ucraina è “discutibile”. Lo ha dichiarato ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riferito dalla Tass, ripresa dalle agenzie internazionali. Sul tema Mosca è volutamente ambigua. Peskov, infatti, ha precisato che “il modo in cui gli accordi potranno essere sanciti legalmente è oggetto di seria discussione, tenendo conto della possibilità di mettere in discussione la legittimità dello stesso Zelensky”.
In generale, la nuova fase dello scontro tra Russia e Ucraina, quella in cui dovrebbe riacquisire preminenza la diplomazia in vista di un accordo di pace, è alquanto caotica. Ieri Stati Uniti e Russia hanno cominciato un dialogo bilaterale a Riad, in Arabia Saudita: i colloqui tra il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, sono preparatori anche di un futuro incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin. Kiev, tuttavia, è rimasta fuori, anche se Washington assicura che verrà coinvolta in un secondo momento.
L’Europa, tagliata fuori da Trump, si è riunita in formato ridotto a Parigi, ma il vertice è stato abbastanza inconcludente. Antonio Tajani lo ha definito “un incontro interlocutorio” e non risolutivo. “Cerchiamo una pace forte e duratura in Ucraina” ha dichiarato Emmanuel Macron. Al termine della riunione d’emergenza con i suoi omologhi europei, il presidente francese ha sentito sia Donald Trump che Volodymyr Zelensky, ribadendo la necessità di “forti e credibili garanzie di sicurezza per gli ucraini”. Tuttavia, Germania e Polonia si sono dette contrarie a parlare dell’invio di truppe europee a Kiev (entrambi i Paesi vanno incontro a importanti appuntamenti elettorali quest’anno) mentre Italia e Spagna non sono particolarmente inclini a valutare l’opzione. Gli unici a favore, per ora, sembrerebbero Gran Bretagna, Francia e Svezia.
Infine, c’è la Cina. Pechino per il momento osserva e non si sbilancia. “Non commentiamo questioni ipotetiche” ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun in merito all’idea di una forza di peacekeeping che comprenda cinesi e brasiliani, ipotesi che sarebbe stata avanzata da alcuni funzionari Usa. Nel frattempo, l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Fu Cong, ha fatto sapere che la Cina “accoglie con favore” i colloqui tra Stati Uniti e Russia, ma spera che “tutte le parti e gli attori rilevanti coinvolti nella crisi ucraina partecipino al processo di negoziazione”, secondo quanto riportato dal South China Morning Post.