Il litio e il cobalto, metalli fondamentali per la produzione di batterie, possono essere recuperati da quelle esauste grazie a una scoperta innovativa. Un team di ricercatori dell’Università di Brescia, guidato dalla professoressa Elza Bontempi, ha ideato un metodo che sfrutta un forno a microonde e aceto di mele per estrarre questi materiali. La sperimentazione, condotta su campioni di batterie da uno e duecento grammi, ha dato ottimi risultati. In un periodo di crescente interesse geopolitico sulle materie prime strategiche, questa scoperta si inserisce in un contesto globale sempre più focalizzato sull’approvvigionamento di materie prime. Questa innovazione potrebbe ridurre la dipendenza da fonti esterne e supportare un’economia più autonoma, con impatti positivi sia sulla sicurezza energetica e tecnologica sia in chiave ecologica.
Il progetto, denominato Caramel (acronimo di “New Carbothermic Approaches to Recovery Critical Metals from Spent Lithium-Ion Batteries”), è stato presentato agli stakeholder pubblici e privati. La sperimentazione ha attirato l’interesse di numerosi operatori, poiché il recupero dei metalli strategici, come il litio e il cobalto, può diventare un’opportunità concreta per l’industria italiana. In particolare, la nuova tecnologia si distingue per il basso consumo energetico rispetto ai metodi tradizionali, che sono più dispendiosi e complessi.
A confermare il valore della ricerca, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha stanziato un milione di euro per la realizzazione di un impianto pilota, che sarà costruito al Centro Servizi Multisettoriali per la Tecnologia (Csmt), situato a Brescia, e che sarà in grado di trattare quantitativi molto maggiori di batterie e recuperare diversi chili di metalli in pochi minuti. L’impianto, previsto per il prossimo anno, rappresenta una svolta per la gestione dei rifiuti elettronici e il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi europei di recupero del 90% dei materiali entro il 2030.