Dopo la lite nello Studio Ovale, Volodymyr Zelensky prova a ricucire i rapporti con Donald Trump. Nel suo discorso davanti al Congresso Usa, il presidente americano ha detto di aver ricevuto una lettera “importante” da parte dell’omologo ucraino in cui si dichiara la disponibilità di Kiev a “tornare al tavolo dei negoziati il prima possibile”. Secondo quanto dichiarato dal presidente Usa, Zelensky nella lettera ha affermato di essere “pronto a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump per ottenere una pace che duri”. Kiev, inoltre, è pronto a firmare l’accordo sui minerali e la sicurezza “in qualsiasi momento” sia più comodo alla Casa Bianca.
Insomma, è la realpolitik a dettare la linea: Donald Trump è particolarmente sbilanciato verso le ragioni di Vladimir Putin, ma senza gli aiuti militari a stelle e strisce la resistenza ucraina si ritroverebbe spalle al muro. L’Ucraina, infatti, avrebbe un “margine di sicurezza” di circa sei mesi in caso non riprendano le forniture americane, secondo quanto affermato da Fedir Venislavsky, membro del Comitato per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence del Parlamento ucraino, ripreso da Rbc-Ucraina.
Non c’è spazio per la vergogna quando è in gioco la sopravvivenza del tuo popolo e così Zelensky ha ammesso in un post su X che l’incontro alla Casa Bianca “non è andato come avrebbe dovuto andare”. Il presidente ucraino ha proposto una tregua aerea e marittima oltre a uno scambio di prigionieri con la Russia come “primi passi” per avvicinarsi a un accordo di pace che metta fine alla guerra.