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martedì 18 Marzo, 2025
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Trump sente Putin, ma la Russia pretende garanzie “di ferro” che lascerebbero l’Ucraina esposta a una nuova aggressione

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Oggi Donald Trump dovrebbe avere una conversazione telefonica con Vladimir Putin, la prima da quando l’Ucraina ha accettato la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni. Il presidente americano ha spiegato ai giornalisti sull’Air Force One che finora “è stato fatto molto lavoro” e che “molte cose sono già state discusse con entrambe le parti [Kiev e Mosca]”, sottolineando che “stiamo parlando della condivisione di alcuni beni”, riferendosi a “territori” e “centrali elettriche”.

I russi, finora, sono rimasti vaghi sul pilastro del potenziale accordo, cioè se accetteranno di far tacere le armi per un mese. Il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, ha detto al quotidiano Izvesteia che Mosca chiederà “garanzie di sicurezza concrete come parte di un accordo”. Si tratta di garanzie “di ferro” che “devono includere lo status di neutralità dell’Ucraina e il rifiuto dei Paesi della Nato di accettarla nell’Alleanza Atlantica” ha dichiarato Grushko. Totale opposizione anche sulla presenza di Paesi membri della Nato in Ucraina, singolarmente o in coalizione. Insomma, i negoziati appaiono in salita: il Cremlino parla come se l’Ucraina fosse il suo giardino e continua a esprimersi con protervia su ciò che un Paese libero dovrebbe fare. I timori sono che Donald Trump, pur di giungere a una pace in breve tempo, ceda su gran parte delle richieste di Putin.

Questo è un problema per Kiev, ma anche per l’Europa. Arrivando al Consiglio Affari esteri a Bruxelles, Kaja Kallas ha chiarito che le condizioni avanzate finora dalla Russia dimostrano che i russi non vogliono davvero la pace perché “stanno presentando come condizioni tutti gli obiettivi finali che vogliono raggiungere con la guerra”, ha evidenziato l’Alta rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza. Intanto, l’Ucraina apre a un allentamento di alcune sanzioni occidentali contro la Russia. In un’intervista al sito Politico, Vladyslav Vlasiuk, commissario del presidente Volodymyr Zelensky per la politica delle sanzioni, ha detto è solo “questione di tempo” prima che si torni a fare affari con la Russia, ma questo deve accadere nel modo giusto. Per Vlasiuk, infatti, il fatto che i russi si stanno già muovendo perché alcune sanzioni vengano rimosse, è un segnale che “ci dà una migliore comprensione di quali sanzioni siano più dolorose. È sempre bene sapere cosa è più doloroso, e dobbiamo usare questa leva saggiamente”, ha spiegato Vlasiuk, secondo cui l’obiettivo deve essere un accordo per una “pace duratura”.

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