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sabato 29 Marzo, 2025
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Istat: oltre 23.000 imprese italiane rischiano a causa dei dazi Usa

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Nel 2024, il commercio mondiale ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente, secondo il Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia, la politica commerciale degli Stati Uniti potrebbe avere un impatto negativo, soprattutto per le imprese europee, tra cui quelle italiane. Secondo l’ISTAT, oltre 23.000 aziende italiane, circa il 16,5% del totale, sono vulnerabili agli effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Queste imprese, infatti, potrebbero trovarsi in difficoltà a causa delle nuove restrizioni commerciali, che aumentano i costi per chi esporta beni negli Usa. Questo fenomeno si inserisce in un quadro più ampio di incertezze globali, legato anche alla guerra in Ucraina e alle difficoltà economiche della Germania. Inoltre, l’Europa è più esposta agli effetti dei dazi statunitensi rispetto ad altre regioni, proprio per il suo alto grado di apertura commerciale.

L’Istat ha anche esaminato un altro aspetto, ovvero la vulnerabilità delle aziende italiane rispetto alle importazioni, ossia quando acquistano materie prime o beni da altri Paesi. Nel 2022, circa 4.600 aziende italiane sono risultate particolarmente vulnerabili alle importazioni, impiegando circa 400.000 persone e contribuendo in modo significativo al valore economico complessivo del Paese. I settori più colpiti da questa vulnerabilità sono stati quelli della farmaceutica, del legno e della chimica, che dipendono molto dalle materie prime provenienti da altri Paesi, come la Germania e la Cina.

Dal 2009, le misure restrittive alle importazioni sono aumentate costantemente, arrivando nel 2024 a un totale di 2.942 miliardi di dollari, pari all’11,8% delle importazioni mondiali, secondo i dati del WTO. Sebbene le esportazioni italiane siano cresciute significativamente tra il 2019 e il 2023, in particolare verso gli Stati Uniti (+47,5%) e la Cina (+47,8%), nel 2024 si è registrata una flessione. In particolare, l’Italia ha visto una riduzione del 3,6% verso gli Stati Uniti, del 20,0% verso la Cina e del 5,0% verso la Germania. La maggiore preoccupazione per le imprese italiane ora riguarda i dazi imposti dagli Stati Uniti, che potrebbero danneggiare ulteriormente l’export. Nel 2024, l’Italia ha registrato un avanzo commerciale di 34,7 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, con settori chiave come la meccanica, l’alimentare, il tessile e i mezzi di trasporto. Tuttavia, con l’esposizione italiana al mercato americano che supera il 10% delle esportazioni totali, le nuove tariffe potrebbero compromettere seriamente questo flusso commerciale. Nonostante l’Italia sia ben posizionata sul mercato statunitense, la crescente incidenza dei dazi rappresenta una minaccia concreta per la competitività delle imprese italiane.

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