Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha introdotto nuove misure di controllo sugli aiuti pubblici erogati a società, enti, organismi e fondazioni. A partire da quest’anno, i destinatari dei contributi statali superiori al milione di euro o che rappresentano più del 50% delle entrate o dei ricavi, dovranno sottoporsi a un controllo aggiuntivo. Tuttavia, alcune voci come crediti d’imposta, risarcimenti o indennità non saranno considerate nel calcolo. Il nuovo sistema di monitoraggio, che non riguarda il terzo settore e le realtà che ricevono finanziamenti dagli enti locali, è stato definito con il decreto attuativo della Legge di Bilancio 2024. Le relazioni dei revisori e sindaci dovranno essere inviate alla Ragioneria generale entro il 30 aprile 2026.
Le nuove regole si inseriscono in un contesto di crescente attenzione al monitoraggio dell’utilizzo delle risorse pubbliche. Fino ad oggi, le imprese che ricevevano aiuti da parte dello Stato erano soggette a minori verifiche. Con l’introduzione di questo decreto, il Mef intende garantire che i contributi siano utilizzati correttamente e che rispettino le finalità per cui sono stati concessi. Il decreto, che ha subito modifiche dopo un acceso dibattito politico, ha stabilito soglie più elevate per i controlli, escludendo voci complicate come i crediti d’imposta e specificando che i contributi per il Terzo Settore non saranno oggetto di verifica. L’obiettivo è evitare che i fondi pubblici vengano utilizzati in modo improprio, e di assicurare un’efficace rendicontazione.
Le verifiche sui fondi pubblici saranno incrociate tra chi eroga il contributo, come gli enti pubblici e le amministrazioni centrali, e le realtà che ricevono il sostegno. Le aziende e gli enti beneficiari saranno tenuti a inviare una relazione sulla destinazione dei fondi, verificata dai revisori dei conti, entro la fine di aprile 2026. Se queste informazioni non verranno fornite o non saranno complete, il Mef sospenderà l’erogazione del contributo. Il sistema di controllo è stato pensato per aumentare la trasparenza e assicurare che i fondi pubblici siano impiegati per gli scopi dichiarati, in linea con gli obiettivi fissati dai progetti finanziati.