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lunedì 31 Marzo, 2025
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È giunta l’ora che ogni azienda abbia il suo prompt AI

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Da decenni è ritenuto normale avere un proprio sito web per manifestare la propria identità e, nei casi migliori, ottenere interessamenti grazie ai suoi contenuti. Nel breve termine occorrerà attrezzarsi con una propria identità per usare la AI.

È noto che una delle condizioni per aiutare la AI a produrre una risposta corretta alle nostre richieste – idealmente il più completa possibile – è dirle di “vestire i panni” di colui che la sta interrogando o di colui al quale deve rispondere.

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Ad esempio, se si vuole che la AI scriva una bella e-mail ad un cliente occorre dirle almeno il proprio ruolo aziendale, il settore in cui si opera, che tipo di cliente si ha e quale riscontro si auspica dall’invio dell’e-mail. Più cose diciamo meglio è: l’AI è il nostro nuovo braccio ma una mente dovrà pure pilotarlo. Non basta dare un ordine all’AI, meglio fare un ragionamento con essa.

Per quanto riguarda ad esempio l’export, dobbiamo dire (quasi) tutto di noi nel prompt aziendale “di presentazione”:

  • chi siamo, cosa facciamo
  • la mission aziendale: perché siamo attivi in quel business
  • quale valore apportiamo al mercato
  • quali sono i nostri elementi differenzianti rispetto ai competitors
  • a quali tipologie di clienti ci rivolgiamo
  • in quali settori merceologici siamo attivi
  • in quali Paesi esportiamo e quali canali d’ingresso utilizziamo

ed anche lasciar spaziare la AI nel nostro sito web, nei cataloghi, nel blog, nelle news etc. in modo che raccolga il maggior numero di informazioni sull’azienda. Tutti dati già pubblici – ammesso che il sito web sia completo – e quindi non sensibili.

In seguito al nostro prompt con l’identità aziendale, la chatbot la rielabora declinandola in punti rilevanti, fornendo una presentazione alternativa alla nostra (e nella lingua che vogliamo…) e secondo il focus da noi definito: tecnico/tecnologico su gamma prodotti e servizi, commerciale su tipologie clienti, service per il post vendita etc.; si tratta di modificare l’elenco indicato sopra secondo il focus desiderato.

Proprio nei giorni scorsi mi ha colpito un output fornito da ChatGPT dopo aver appunto inserito il “prompt identitario” di un’azienda mia cliente attiva nella meccanica; senza averlo richiesto, in relazione alle tre tipologie di clienti serviti dall’azienda, il chatbot dice che “This three-pronged approach helps balance revenue streams between new equipment sales and retrofitting older machines, which is an advantage in economic downturns when capital expenditures decline.”

Sarà una coincidenza ma l’output fornito da ChatGPT si riferisce proprio alla congiuntura attuale di stagnazione degli investimenti in beni strumentali (o beni capitali) a causa della prolungata incertezza nei mercati internazionali. Lo spunto dato è interessante poiché fornisce un possibile nuovo modello di business, senza averlo nemmeno chiesto.

In relazione allo sviluppo business aziendale, ecco alcuni possibili output ottenibili:

  • confronto con i concorrenti e posizionamento reciproco
  • analisi dei concorrenti secondo specifici criteri, ad esempio i principali Paesi in cui essi esportano
  • indicazione su possibili settori di diversificazione dei propri prodotti, cioè nuovi ambiti merceologici in cui i prodotti possono trovare impiego: questo è determinate per la diversificazione del business;
  • indicazioni sull’andamento dei mercati target, in termini di trend globali dei settori merceologici in cui l’azienda è attiva o intende specializzarsi: in questo modo si potranno definire priorità ed escludere settori stagnanti; è bene incrociare queste informazioni con altre fonti di Trading internazionale;
  • indicazioni sulle condizioni necessarie per entrare in nuovi settori, ad esempio le Certificazioni;
  • presenza di barriere tariffarie e non per l’accesso ai Paesi ritenuti d’interesse

Attenzione però che per la ricerca di controparti commerciali – siano essi clienti diretti o intermediari – l’output ottenibile non è molto corretto: in base alla mia esperienza la correttezza raggiunge al più il 30% ed occorre dedicare comunque del tempo per la validazione dei risultati. Questo perché la capacità di ricerca nel web da parte della AI è ancora limitata.

 

Alberto Scanziani

Circolo delle Imprese

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