Già da alcuni giorni, le esportazioni di vino italiano verso gli Stati Uniti sono in standby. Questo arresto è il risultato delle crescenti preoccupazioni legate all’introduzione di possibili dazi del 200% sui vini e liquori europei, che potrebbero entrare in vigore dal 2 aprile prossimo. Il provvedimento, annunciato dall’amministrazione statunitense, ha creato incertezza portando a un blocco delle spedizioni. I porti italiani, infatti, non registrano il passaggio di container diretti verso la East Coast degli Stati Uniti da circa cinque giorni. Tutto questo accade perché se i dazi venissero confermati, le bottiglie già in transito non arriverebbero in tempo per essere sdoganate, costringendo gli importatori americani a farsi carico dei costi aggiuntivi. Un salasso in prospettiva.
Le prime conseguenze si sono fatte sentire rapidamente. Una delle realtà vinicole più significative in Toscana, con una quota consistente delle sue vendite indirizzate verso il mercato statunitense, ha confermato l’immediato stop delle spedizioni. Circa un milione di bottiglie sono rimaste ferme a Livorno, senza la possibilità di proseguire verso gli Stati Uniti. La cancellazione di ordini da parte di importanti catene di supermercati americani, dovuta alla paura dei nuovi dazi, ha accelerato il blocco. Altri importatori, come l’Us Wine Trade Alliance, hanno seguito a ruota, ordinando la sospensione temporanea delle importazioni di vino europeo.
La preoccupazione per l’imminente futuro del settore vinicolo è condivisa da numerosi consorzi che rappresentano alcune delle denominazioni più importanti del vino italiano, come il Prosecco, il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Barolo. Questi consorzi, che complessivamente esportano vini per un valore che si aggira sui 2 miliardi di euro annuali, hanno inviato lettere urgenti al Ministro dell’Agricoltura italiano, chiedendo misure immediate per mitigare l’impatto economico. La sospensione degli ordini sta già creando danni significativi, minacciando la stabilità del settore e mettendo a rischio anche migliaia di posti di lavoro nelle aziende vinicole italiane. L’industria del vino è ora in attesa di sviluppi, con la speranza che il governo italiano (con la mediazione dell’Unione Europea) possa intervenire in tempo per evitare danni irreparabili.