Oltre un milione di euro raccolto, diversi appartamenti messi a disposizione da istituzioni e privati e 85mila euro di risorse già erogate alle famiglie in difficoltà del territorio milanese. A cento giorni dall’annuncio in Duomo, nell’ambito delle iniziative per celebrare i cinquant’anni di Caritas Ambrosiana, è questo il primo bilancio sull’avvio del Fondo Schuster – Case per la gente, voluto dall’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, con l’obiettivo di affrontare l’emergenza abitativa, un tema sempre più urgente in una metropoli come Milano, così come in altre zone della Diocesi.
In questa prima fase il lavoro si è sviluppato principalmente su due fronti: da un lato, sono state rafforzate le alleanze istituzionali con enti pubblici e privati, che hanno messo a disposizione appartamenti e donato risorse economiche; dall’altro, sono state avviate le prime azioni per rendere operativo il Fondo, offrendo ai primi beneficiari nuove possibilità di alloggio e sostegno economico per il pagamento di utenze, affitti arretrati e altre spese per la casa.
Per avviare il progetto la Diocesi di Milano, che ha affidato alla Caritas Ambrosiana la gestione del Fondo, ha messo a disposizione un milione di euro di risorse proprie cui, in questi tre mesi, si sono aggiunti 500 mila euro donati dalla Fondazione Peppino Vismara; 150 mila euro dagli Enti bilaterali di terziario e turismo (espressione di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e Filcams Cgil Milano, Fisascat Cisl Milano e Metropolie Uiltucs Lombardia) e quasi 400 mila euro provenienti da contributi di privati.
L’iniziativa è sostenuta anche dalle istituzioni pubbliche che hanno contribuito al progetto mettendo a disposizione diversi appartamenti. Regione Lombardia, tramite Aler Milano, ha messo a disposizione 120 appartamenti nel capoluogo, selezionando un primo blocco sperimentale di 15 unità, distribuite in diverse zone di Milano (5 nel quartiere Mazzini, 5 nel quartiere Forlanini-Crescenzago, 2 a Stadera, 1 a Calvairate, 1 a Molise e 1 a Barona). Il Comune di Milano intende contribuire inizialmente con 12 appartamenti situati in via Ricciarelli, cui seguirà la disponibilità di altri alloggi vuoti ed al momento sono in corso i confronti tecnici sulle modalità di collaborazione. Inoltre, sono stati messi a disposizione 15 immobili da parte di parrocchie e cittadini, attualmente soggetti a valutazione tecnica, anche in relazione ai lavori di sistemazione necessari. Nel frattempo, si stanno definendo, e verranno resi noti ai Centri di ascolto territoriali, i criteri di assegnazione delle abitazioni su cui si deciderà di operare.
Infine, a partire dal 1° gennaio scorso il servizio Siloe e l’area Casa di Caritas Ambrosiana hanno selezionato, tra le segnalazioni e le richieste di supporto inviate dai Centri d’ascolto dell’intera Diocesi, 43 casi, ovvero persone o famiglie in stato di bisogno, cui sono state concesse erogazioni monetarie per un valore complessivo di 85mila euro, da utilizzare per affrontare spese connesse all’abitazione quali utenze, spese condominiali, arretrati affitto e ristrutturazioni.
Un primo bilancio che dimostra come il Fondo Schuster stia generando grande attenzione su un tema altamente problematico tanto a Milano quanto nei territori della Diocesi, dove profondi squilibri e disuguaglianze economiche rendono sempre più difficile garantire il diritto alla casa: “Sul versante dei contributi a persone e famiglie in difficoltà economica a causa di spese legate alla casa il Fondo offre risorse preziose per rendere ancora più efficace l’aiuto e l’accompagnamento offerti dai Centri d’ascolto territoriali e dal servizio diocesano Siloe – spiega Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Ma ci stiamo attrezzando al meglio anche su altri versanti, affinché il diritto a un abitare dignitoso sia esigibile non soltanto da chi ha un solido patrimonio e un robusto reddito”. Nelle parole di Gualzetti anche un’indicazione di metodo: “Stiamo stringendo alleanze, con le istituzioni pubbliche e con altri soggetti del mondo imprenditoriale, finanziario e filantropico, affinché gli interventi abbiano senso e durata, e divengano elemento strutturale del nostro agire – aggiunge -. Ma soprattutto si qualifichino come stimolo a politiche di settore che evitino la polarizzazione tra città e quartieri per ricchi, e città e quartieri per gli altri ceti sociali. Ci teniamo alla coesione e dunque della sicurezza delle nostre comunità, ma anche alla qualità delle relazioni umane e alla tenuta democratica dei nostri territori”.