Il 2024 segna un traguardo storico per il Grana Padano, che nel suo 70esimo anno di attività registra un nuovo massimo nelle esportazioni. Secondo i dati presentati in occasione dell’assemblea generale del Consorzio di tutela, tenutasi il 16 aprile a Desenzano del Garda, sono state vendute oltre 2,68 milioni di forme all’estero, con un incremento del 9,15% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, il Grana Padano si conferma anche il formaggio più acquistato in Italia, con una quota del 42,5% del mercato nazionale.
La produzione totale ha superato 5,6 milioni di forme nel 2024, realizzate da 135 caseifici aderenti al Consorzio. Di questa produzione, oltre la metà (51,2%) è stata destinata all’estero. I Paesi dell’Unione Europea rappresentano la principale destinazione, con una quota pari a oltre l’82% dell’export complessivo. Tra i mercati europei, la Germania si conferma il primo per volumi con 633.718 forme acquistate (+8,12%), seguita dalla Francia con 319.205 forme (+10%). Al di fuori dell’Europa, il mercato statunitense si mantiene centrale, con 215.037 forme esportate e una crescita del 10,5%. L’espansione verso nuove aree geografiche si affianca alla preoccupazione per l’eventuale introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti, che potrebbe incidere sui margini di crescita in quel mercato. Ciononostante, le strategie di diversificazione dell’export stanno permettendo di consolidare la presenza anche in altri Paesi extraeuropei.
A livello territoriale, la provincia di Mantova continua a rappresentare il principale centro produttivo, con oltre 1,7 milioni di forme, pari al 30% della produzione totale. Seguono le province di Brescia, Cremona, Piacenza e Vicenza. Sul piano organizzativo, la filiera si compone per il 65% da cooperative e per il restante 34% da industrie. In un contesto globale in cui le Indicazioni geografiche sono sempre più esposte a sfide commerciali, il modello Grana Padano si conferma come una delle espressioni più solide del Made in Italy agroalimentare.
