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lunedì 21 Aprile, 2025
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IRPEF 2023: cresce il numero dei contribuenti e aumentano i redditi dichiarati, ma il peso fiscale resta sulle spalle del ceto medio

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Nel 2023 gli italiani hanno dichiarato redditi complessivi per oltre mille miliardi di euro, un record che riflette sia un aumento del numero di contribuenti, sia una crescita del reddito medio. A rivelarlo sono i dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze del MEF relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024.

Sono stati oltre 42,5 milioni i cittadini che hanno assolto l’obbligo dichiarativo, in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Il reddito complessivo dichiarato ha superato i 1.027,7 miliardi di euro, con un aumento del 5,9% sul 2022. Cresce anche il reddito medio, che si attesta a 24.830 euro, segnando un incremento del 5%.

Aumenta anche l’imposta netta versata: 189,9 miliardi di euro (+9%), per un importo medio di 5.660 euro a contribuente. Tuttavia, più di 11,8 milioni di persone non versano IRPEF, grazie a detrazioni o a trattamenti integrativi che azzerano l’imposta dovuta.

Il carico fiscale resta concentrato nelle mani del ceto medio. I contribuenti con redditi superiori ai 35mila euro – solo il 22% del totale – versano il 64% dell’imposta netta. Di questi, il 30% è dichiarato da chi si trova nella fascia tra 35mila e 70mila euro. I cosiddetti “Paperoni”, ossia coloro che dichiarano oltre 300mila euro di reddito (appena lo 0,2% del totale), contribuiscono solo per il 7,1% del gettito IRPEF.

Quanto alle fonti di reddito, lavoro dipendente e pensioni rappresentano la fetta più ampia, con il 53,9% e il 30% del reddito complessivo rispettivamente. Il reddito medio da pensione è di 21.260 euro, inferiore del 14,4% rispetto alla media generale, mentre quello da lavoro dipendente è di 23.290 euro.

Interessanti anche i dati sul lavoro autonomo e d’impresa: il reddito medio d’impresa (29.250 euro) è superiore del 17,8% alla media generale, mentre quello da lavoro autonomo tocca i 70.360 euro, più del doppio del reddito medio nazionale.
Permane inoltre il divario territoriale tra Nord e Sud: Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano guidano la classifica dei redditi medi più elevati (rispettivamente 29.120 e 28.780 euro), mentre in fondo si posiziona la Calabria con appena 18.230 euro.

Infine, si segnala un lieve calo nel numero di contribuenti titolari di partita Iva: 4,17 milioni, in diminuzione dello 0,9%. Anche il volume d’affari dichiarato cala del 2,7%, scendendo a 4.737 miliardi di euro.

Andrea Valsecchi

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