Milano ha abbracciato idealmente Papa Francesco nel solenne momento di preghiera che si è svolto martedì pomeriggio in Duomo. Non una commemorazione o una rievocazione della sua figura e del suo pontificato, ma una preghiera per “imparare ad ascoltare, a vivere e a celebrare la Pasqua che Papa Francesco ha celebrato domenica e ha compiuto lunedì”. Ha usato queste parole l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, in apertura della S. Messa di suffragio per il Pontefice davanti ai numerosi fedeli che hanno gremito la cattedrale milanese.
“Che cosa possiamo dire di Papa Francesco? – si è domandato Delpini nel corso dell’omelia -. In questi giorni si dice molto, si analizzano gli aspetti complessi del suo ministero da Vescovo di Roma, come servo dei servi nella Chiesa universale, come un uomo che si è fatto voce di coloro che non hanno voce, come un profeta che ha invocato ostinatamente (e, a quanto pare, inutilmente) la pace”.
“Si può dire molto di Papa Francesco, però io credo che si possa dire semplicemente così: Papa Francesco è un cristiano che ha fatto Pasqua”. E, traendo spunto dalle letture, mons. Delpini ne ha delineato i tratti: “Il cristiano che ha fatto Pasqua è abitato da gioia e da timore. È tenace fino all’ostinazione, si affatica senza risparmio, si consuma fino all’esaurimento delle energie per sostenere nei fratelli e nelle sorelle la speranza che non delude”. E ancora: “È fastidioso perché porta un messaggio sconcertante e mette in discussione le consuetudini pigre, la prepotenza dei potenti. Tocca il cuore di quelli che hanno ascoltato la Parola e credono, ma suscita l’ostilità di coloro che non vogliono più sentir parlare di Gesù”.
Tratti che, secondo l’Arcivescovo di Milano, si riconoscono nella figura di Papa Francesco: “Ha sperimentato il timore e la gioia grande e si è dedicato a sostenere la fede e la perseveranza dei fratelli – ha concluso Delpini -. Ed è stato fastidioso, irritante per la sua parola che, in nome del Vangelo, ha proposto uno stile di vita, una attenzione ai più poveri, un doveroso cammino di conversione. È stato fastidioso, però così sono i cristiani che fanno Pasqua: lieti, timorosi, zelanti e irritanti”.
Tra le numerose persone che hanno partecipato alla cerimonia anche diverse autorità civili, tra cui il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che, a margine della cerimonia, ha ricordato quando il pontefice ricevette a Roma i sanitari impegnati nella lotta al Covid: “Ho ancora in mente le sue parole, di reale vicinanza, che hanno contribuito a darci ancora più forza”. Beppe Sala, presente in Duomo insieme al prefetto Claudio Sgaraglia e al questore Bruno Megale, ha espresso riconoscenza al pontefice: “È sempre stato una guida – ha detto -. Oggi un Papa non può fermare una guerra; probabilmente fa fatica anche a farsi ascoltare dai potenti. Cosa deve fare? Quello che ha fatto Francesco, cioè, parlare alla gente. Quindi passare da una leadership politica ad una leadership morale ed è esattamente quello che ha fatto”.
Sabato 26 aprile, in occasione delle esequie di Papa Francesco, in tutte le chiese della Diocesi di Milano le campane suoneranno a lutto.
Micol Mulè