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lunedì 28 Aprile, 2025
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Ucraina, Zelensky e il dilemma della pace onorevole

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Ora che sembra avvicinarsi la possibilità di un accordo che ponga fine alla guerra, l’Ucraina deve fare i conti con una domanda ineluttabile: qual è un compromesso accettabile e onorevole? Si tratta forse dell’interrogativo più difficile per il governo di Kiev: dopo tre anni di combattimenti estenuanti e centinaia di migliaia di perdite tra le fila dei propri soldati, quale prezzo è giusto pagare per porre fine alla guerra?

Kiev è pronta a rinunciare a tutti i territori ucraini in mano ai russi? Se anche lo fosse, ciò non sarebbe sufficiente per Vladimir Putin: l’autocrate del Cremlino vuole che la Crimea e le parti sud-orientali del territorio ucraino occupate attualmente dai suoi soldati vengano ufficialmente riconosciute come russe.

Ma soprattutto, come evitare che tra tre-cinque anni Putin non tenti una terza invasione, dopo quella del 2014 e del 2022? Zelensky probabilmente dovrà sacrificare parte dell’interesse nazionale in cambio di adeguate garanzie di sicurezza: si tratta di una sottile linea quella che separa la pace onorevole da quello che qualcuno potrebbe vedere come un tradimento della Patria, anche alla luce degli sforzi fatti finora per difendere il Paese dall’invasore.

Intanto, Kiev deve resistere agli incessanti bombardamenti russi da una parte e alla feroce pressione dell’amministrazione Trump dall’altra. L’obiettivo del 47esimo presidente degli Stati Uniti è farla finita il prima possibile con questo conflitto, poco importa il prezzo che devono pagare gli ucraini.

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