Assegno unico: partite le prime erogazioni dell’Inps
Da ieri, 15 marzo, due milioni di famiglie italiane hanno cominciato a ricevere l’assegno unico e universale, il sostegno economico erogato dall’Inps che sostituisce e integra alcune misure come gli assegni al nucleo familiare e il bonus bebè. La somma viene depositata direttamente sul conto corrente dei genitori e l’erogazione avviene dal 15 al 21 marzo per coloro che hanno presentato la domanda tra gennaio e febbraio 2022.
Il contributo con tutti gli arretrati anche per coloro che presenteranno domanda fino al 30 giugno di quest’anno, mentre per chi sfora questa deadline, l’assegno verrà inviato a decorrere dal mese successivo alla presentazione. Accedendo al proprio profilo Inps è possibile verificare se la propria istanza è stata accolta, respinta oppure se non è stata completata correttamente. Fin dalla presentazione del progetto, è stato dato molto risalto alla nuova misura da parte del governo visto il cronico problema demografico che affligge il Paese.
In occasione della presentazione del rapporto “Dinamica demografica – Anno 2021”, il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ha sottolineato come “sull’assegno unico, non sono i 50, 100 o 200 euro che cambiano la vita, ma è una logica diversa. Prima era un assegno ai poveri, davi una mano a famiglie in difficoltà economica a far figli. Qui si dà un segnale dicendo che il Paese si fa carico con qualche soldo di andare incontro e sostenere un investimento”. Per Blangiardo si tratta di investire in “capitale umano” dal momento che “è dal 1977 che siamo sotto i due figli per donna. Prenderne atto e fare qualcosa vuol dire finalmente dare un segnale”.
Se da una parte è indubbio che l’investimento nel capitale umano sia quello più importante per il futuro del Paese, c’è chi afferma che l’assegno unico non è abbastanza. È il caso della senatrice dell’Udc, Paola Binetti, che in occasione dell’avvio degli Stati Generali della natalità, ricorda come quella dell’assegno unico è “una misura importante, ma del tutto insufficiente per invertire l’attuale tendenza demografica”. Per la senatrice è sulla figura materna che vanno concentrate le risorse economiche e le agevolazioni professionali.