ZELENSKY A MONTECITORIO: UNITI PER LA PACE E LA LIBERTÀ
Grande emozione nella mattinata di ieri, quando il presidente ucraino Zelensky si è collegato da remoto con il Parlamento, riunito in seduta comune per l’occasione.
“Abbiamo solo risposto ad un attacco” ha esordito Zelensky, “Immaginate di vedere le vostre città bombardate e i vostri cittadini costretti a dover scappare”. Un’immagine straziante quella che ha voluto proiettare il Presidente ucraino con lo scopo di far breccia nel cuore di un intero popolo. Già, popolo, non Parlamento, perché Zelensky, durante il suo discorso, durato circa un quarto d’ora, non si è mai rivolto al Parlamento italiano, ma direttamete al popolo. Un messaggio che appare quindi ancor più diretto, preciso e puntuale, nel chiamare l’intera Europa all’unità nel nome della libertà e della pace, “come dovrebbe essere per ogni città del mondo”.
Non sono certo mancati i ringraziamenti ad un’intera nazione che ha risposto prontamente alla guerra offrendo ospitalità ai rifugiati e donazioni a chi è rimasto in patria. “Gli ucraini sono stati vicini all’Italia durante la pandemia e gli italiani hanno dato grande sostegno al nostro Paese dopo l’alluvione. Noi abbiamo sempre apprezzato tutto questo, ma oggi abbiamo bisogno di qualcosa di più, perché i combattimenti durano ormai da un mese e siamo allo stremo. Abbiamo bisogno di altre sanzioni affinché la Russia cerchi la pace. Dovranno essere colpiti tutti i russi che hanno forza di decisione in patria e che vengono in Italia in vacanza, congelando tutte le loro attività e le loro transazioni. Solo così la Russia potrà sedersi seriamente ad un tavolo di negoziati. Dobbiamo far tornare la pace insieme e bonificare il territorio dalle bombe. Ricostruiamo insieme l’Ucraina”. Un piano fatto di richieste ben precise al nostro Paese, richieste fondamentali, secondo Zelensky, per smuovere la coscenza dell’invasore russo e addivenire finalmente ad un accordo. “Un’azione di questo tipo è stata fatta l’ultima volta dai nazisti” ha aggiunto Zelensky, sottolineando come mai negli ultimi anni, si era sfiorato come oggi un conflitto di portata mondiale. “L’Ucraina è la porta dell’Europa, e siamo ad un passo dal varcare questa porta e minare i valori di democrazia e libertà”. Fermo, pacato e sicuro di sé, Zelensky ha salutato l’aula di Montecitorio.
La parola è passata poi al Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha ribadito tutto il sostegno italiano. “L’arroganza del governo russo si è scontrata con la forza del popolo ucraino” ha esordito Draghi. “Oggi l’Ucraina non sta difendendo solo sé stessa ma anche la nostra pace e libertà. Ha un ordinamento basato su regole e diritti costruito con fatica dal dopoguerra in poi. L’Italia vi è grata”. E interrotto da una serie di applausi, il premier ha sottolineato la solidarietà con cui gli italiani hanno risposto alla tragedia della guerra. Due parole infine sui provvedimenti del governo in risposta all’invasione: “Abbiamo approvato misure importanti con fondi per finanziare lo sforzo di accoglienza, per aiutare i rifugiati non solo a cercare casa ma a anche per trovare un lavoro. Abbiamo approvato sanzioni alla Russia per far cessare le ostilità unitamente con l’Unione europea e la Nato, in modo da colpire l’economia russa ed i patrimoni personali di persone vicine a Putin, congelando beni per oltre 800mila euro. Siamo inoltre già impegnati per diversificare le fonti di approvvigionamento energetiche, per superare in tempi rapidi la dipendenza dalla Russia”. Draghi si è detto infine fiducioso sul percorso di avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea: “L’Italia vuole l’Ucraina in UE” ha concluso negli applausi del Parlamento.
Andrea Valsecchi