Il mondo produttivo si mobilita per i profughi ucraini: da Gorgonzola l’esempio di Nte Process
L’azienda milanese ha donato zaini con kit scolastici, giochi e uova di Pasqua per i piccoli profughi ucraini e pacchi alimentari per le famiglie che li ospitano. Il titolare da bambino aveva vissuto la medesima esperienza in tempo di guerra.
Si moltiplicano i gesti di solidarietà verso il popolo ucraino, in particolare verso i profughi che stanno affluendo nelle diverse comunità della provincia di Milano in cerca di un porto sicuro dalle atrocità della guerra. Comuni, associazioni, parrocchie e privati cittadini da settimane si stanno mobilitando con aiuti di vario genere e anche il mondo produttivo sta facendo la sua parte, mettendo in campo azioni concrete per sostenere chi sta scappando dalla guerra e offrire un po’ di conforto.
Un esempio arriva da Gorgonzola, comune nel milanese, dove ha sede la Nte Process, azienda leader nel settore della progettazione e innovazione tecnologica degli impianti industriali, che ha consegnato al Comune diciotto zaini completi di kit scolastico – ma contenenti anche un giocattolo e un uovo di Pasqua – destinati ai bambini e ragazzi ucraini ospitati sul territorio cittadino, insieme a più di venti pacchi di generi alimentari per le famiglie ospitanti. Un gesto di vicinanza ai più piccoli strappati dalla loro quotidianità, mosso dall’esperienza che il titolare della NteProcess, Albino Novelli, ha vissuto in prima persona durante la II guerra mondiale, quando anche lui, bambino, doveva rifugiarsi dalle bombe insieme alla madre nei bunker antiaerei della sua città.
Sprazzi di memoria incancellabili che le immagini di questo ultimo mese hanno fatto riaffiorare, riportando a galla quelle emozioni e quei sentimenti di paura e sconforto acuiti dalla giovane età di chi li ha vissuti: “Ho sentito il bisogno di aiutare”, ha detto Novelli, ricordando quelle ore al buio stretto fra le braccia della madre. Ecco allora la mobilitazione da parte della sua azienda per dare una mano concreta ai profughi giunti a Gorgonzola dallo scoppio della guerra.
Il comune milanese ospita in prevalenza mamme con minori, poco meno di una settantina di persone in totale, la maggior parte delle quali ha trovato ospitalità presso parenti o amici già residenti sul territorio o famiglie all’interno delle quali è presente una badante connazionale. Al fine di gestire in maniera strutturata gli arrivi in città, il Comune – come già sperimentato durante l’emergenza sanitaria – ha attivato il Coc (Centro operativo comunale, ndr) che vede come parti attive l’Ente stesso, la Protezione civile e la rete associativa, con la Caritas in testa. In questo modo si è riusciti a mettere in piedi una rete organizzativa che dialoga con Prefettura e Consolato per fornire tutto il supporto necessario a chi arriva dall’Ucraina.
Una rete che va di pari passo con quella sanitaria grazie al lavoro del Presst (presidio socio sanitario territoriale) di Gorgonzola che ha strutturato la prima accoglienza prevedendo la registrazione nel SSN, l’effettuazione di un tampone entro le prime 48 ore dall’arrivo per verificare l’eventuale positività al Covid, oltre ad un’anamnesi vaccinale completa e l’eventuale presa in carico da parte di specialisti in caso di riscontro di particolari patologie.
Per il sindaco Angelo Stucchi, che ha accolto in Comune i rappresentanti di Nte Process con le loro donazioni, l’auspicio è che questo gesto di grande solidarietà venga preso d’esempio anche da altre realtà produttive del territorio per contribuire a sostenere le necessità dei profughi ucraini e delle famiglie che li ospitano.
Micol Mulè